Un quarantasettenne di Cospicua è stato condannato a scontare quindici anni di carcere con l’accusa di aver compiuto abusi sessuali su sua figlia di soli nove anni. Un verdetto di colpevolezza unanime espresso dalla giuria ha permesso al tribunale di procedere con la massima pena nei confronti dell’uomo.
La sentenza è stata emessa venerdì sera, all’interno di un processo che – come riporta il MaltaToday – si è svolto a porte chiuse, per salvaguardare l’anonimato della vittima.
Per le stesse logiche, il nome del padre della bambina, giudicato colpevole della violenza, non è stato reso noto.
L’incubo tra le mura domestica avrebbe preso forma nel 2004, quando la piccola aveva solo nove anni. Una situazione che la vittima ha taciuto per molto tempo prima di confessare tutto ad un’insegnante. Gli abusi sessuali sarebbero avvenuti in due occasioni, sempre tra le mura di casa.
I primi sviluppi legali sul caso risalirebbero al 2015. Sette anni fa, infatti, per rispondere alle accuse, il padre dell’allora bambina aveva presentato una richiesta di rinvio costituzionale motivata, secondo il suo punto di vista, dalla violazione dei suoi diritti e da una custodia cautelare estesa oltre i limiti imposti dalla legge. La richiesta era stata respinta dal tribunale ed in secondo luogo anche dalla Corte costituzionale.
Ma è solo nella serata dello scorso venerdì che è arrivata infine la condanna, sostenuta da un verdetto di colpevolezza unanime prodotto dalla giuria, che ha permesso al giudice di esprimersi per la pena massima, quindici anni di reclusione.