Un uomo di 31 anni, residente a Mosta, è finito in manette domenica mattina con l’accusa di aver sparato ed ucciso un esemplare di fenicottero che, come ricordiamo, rientra nelle specie protette.
Secondo quanto riferito dalla polizia, l’episodio si è verificato attorno alle 9:00 della mattinata di sabato 11 novembre, quando in centrale è giunta una segnalazione circa un individuo che aveva sparato ad un fenicottero nella zona di Qalet Marku, ai confini di Bahar ic-Caghaq.
Giunti sul posto, gli agenti hanno raccolto le testimonianze di alcuni presenti, che sembrano aver sostanzialmente confermato quanto dichiarato nella segnalazione pervenuta in centrale, aggiungendo che l’esemplare abbattuto era precipitato in acqua, dove l’uomo che gli aveva sparato era andato a recuperarlo prima di fuggire a bordo di un veicolo.
Le indagini che si sono susseguite poi hanno portato gli inquirenti a identificare il soggetto che avrebbe sparato al fenicottero uccidendolo. Le ricerche avviate domenica mattina hanno consentito di risalire al mezzo utilizzato dal presunto bracconiere il giorno precedente, che si trovava parcheggiato in una strada di Mosta. L’individuo è stato arrestato poco dopo in una residenza lì vicina. Le indagini della polizia sono ancora in corso.
BirdLife tuona: «Questo sangue è sulle tue mani, Robert Abela!»
Reagendo alla notizia, BirdLife Malta ha condannato l’accaduto ribadendo ancora una volta che «questa caccia illegale e la morte di uccelli protetti è colpa e responsabilità del Primo Ministro Robert Abela e del Ministro Clint Camilleri».
La Ong si è poi congratulata ringraziando i cittadini che hanno chiamato la polizia non appena hanno assistito all’uccisione dell’esemplare, fornendo tutti i dettagli utili per le indagini.
«Ci auguriamo che questo possa servire da esempio e da spinta per tutti coloro contrari a questi atti barbarici affinchè facciano lo stesso» ha dichiarato Birdlife, aggiungendo: «Ciò che successo ieri è un chiaro esempio di come si possa contribuire a rafforzare l’applicazione della legge contro la caccia illegale». Infine, la Ong, ha ringraziamo anche la polizia «per aver preso sul serio questo incidente».