Le case di cura sono come una prigione per gli anziani.
Le restrizioni in questo ultimo anno di pandemia hanno messo a dura prova la salute mentale degli ospiti.
Della vicenda si è occupato il Times of Malta.
Di fatto gli anziani chiedono di poter trascorrere più tempo con i familiari.
Le visite sono limitate e “contingentate”.
Anche per questo si sentono “imprigionati” all’interno delle case di cura e abbandonati al proprio destino.
Le misure COVID-19 sono state lentamente rimosse a Malta, ma ai residenti rimane il divieto di uscire all’esterno in modo indipendente o con la famiglia.
Nathalie Farrugia Briffa, Chief executive officer di CareMalta, dichiara che gli operatori sono “molto delusi” per questa situazione e che le autorità non hanno ancora annunciato un ulteriore alleggerimento delle restrizioni che era stato promesso all’inizio di questo mese.
Un grido di allarme inequivocabile: «Gli anziani sono stati dimenticati ancora una volta». L’analisi dell’operatrice prosegue: «La salute mentale degli anziani si sta deteriorando rapidamente e la conseguenza di ciò non è più di nostra competenza. I parenti sono disperati. Agli ospiti delle case di cura dovrebbe essere permesso di vedere i loro cari vaccinati».
Pawlu Ciappara, un residente di 87 anni della Central Home, a Mosta, analizza la difficile fase che stanno vivendo, sottolineando che le restrizioni avevano inizialmente fatto sentire al sicuro tutti ma ora, con la maggior parte delle persone completamente vaccinate, vogliono uscire.
«Sembra una punizione – dichiara l’87enne – questa prigionia è una crudeltà. Finora sono uscito solo per le visite in ospedale. E ogni volta che l’ho fatto mi sono sentito rinvigorito. Superare la soglia della casa di cura mi fa bene alla salute».
Chi riesce fa un po’ di attività fisica nei corridoi.
Per il resto si guarda tanta televisione, ma con l’estate alle porte e dopo questo lungo anno di privazioni, gli anziani chiedono garanzie per tornare alla normalità.