A Dingli dallo scorso lunedì attivisti, residenti e agricoltori stanno bloccando i lavori di Infrastructure Malta (IM), che prevedono lo sradicamento di tre alberi secolari di carrubo per far posto a una strada che dovrebbe unire Daħla tas-Sienja e San Ġwann Bosco Street. Alcuni residenti chiedono da tempo questo collegamento per migliorare la connettività col centro, ma la vicenda ha creato malumori diffusi.
La richiesta di sospensione dei lavori da parte di Moviment Graffitti (l’ONG a capo della protesta) si basa sul fatto che metà della strada andrebbe ad occupare un terreno Outside Development Zone (ODZ): un tipologia di aree che non prevede di norma un incremento dello sviluppo urbano, come la costruzione di strade. Esistono comunque dei casi in cui si concede una deroga.
Il portavoce dell’organizzazione ha dichiarato che i manifestanti non abbandoneranno il posto finché Ian Borg, il Ministro per le Infrastrutture, non si presenterà per discutere del problema, e anzi chiede ai cittadini di unirsi a loro, raccomandando però di mantenere le distanze sociali imposte dalle misure anti COVID-19.
In merito alle contestazioni, i rappresentanti di Moviment Graffitti, come riporta il Times of Malta, hanno dichiarato: «Questa mattina, Infrastructure Malta si è presentato a Dingli per la costruzione di una strada sui campi ODZ, per i quali non hanno permessi. Per la terza volta noi, gli agricoltori e i residenti siamo stati lì per fermarli. Oltre ai campi, questa strada che non porta da nessuna parte distruggerà carrubi di oltre 300 anni e metterà in pericolo una chiesa medievale».
I lavori erano fermi dallo scorso ottobre dopo le proteste dalla cittadinanza, e IM aveva avviato un dialogo con gli enti di competenza (Pianificazione urbanistica, Ambiente e Beni culturali) affinché i progetti avessero il minor impatto negativo possibile sull’ambiente. Nel frattempo si era proceduto alle pratiche di esproprio dei terreni adiacenti alla zona, mentre la richiesta di proteggere i carrubi coinvolti nel progetto era già stata respinta a inizio 2021 dall’Ente per le risorse ambientali (ERA).
Stando a quanto riferito da IM, secondo ERA i ricorrenti non avevano facoltà giuridica di presentare l’appello. Per questa ragione, l’ente ha quindi riconfermato il consenso allo sradicamento, chiedendo a Infrastructure Malta di piantare 30 nuovi alberi come compensazione.