Secondo quanto riportato dal sito lovinmalta.com, un giovane – padre di un bambino – aveva ottenuto il consenso all’utilizzo legale della cannabis, ma pur di ricevere la licenza medica aveva mentito sui suoi precedenti penali.
L’ansia patologica, di cui il soggetto soffrirebbe, ricade tra i casi per i quali si ha diritto all’acquisto e al consumo legale di limitati quantitativi della pianta.
Ma con una condizione netta e inequivocabile: chi ne fa richiesta, non deve avere nessun carico pendente.
Dopo 18 mesi dalla concessione della licenza medica, la polizia ha scoperto che c’era un procedimento giudiziario in corso a carico del giovane, sul quale questi aveva taciuto: l’autorizzazione è stata quindi revocata.
Da allora, l’uomo ha fatto ricorso a pillole di Xanax e Ativan, dei tranquillanti.
A differenza dell’effetto della cannabis però, farmaci avrebbero avuto una ricaduta devastante sul suo fisico e soprattutto sulla sua mente, facendolo parlare e comportare – lo ha affermato lui stesso – “come uno zombi”. «Hanno revocato il mio permesso non perché non avessi bisogno della medicina – ha dichiarato – ma perché ho mentito per ottenerla».
Attualmente si trova in libertà vigilata e lamenta di versare in uno stato psico emotivo, dovuto ai farmaci, tale da mettere a repentaglio il suo ruolo di genitore.
D’altro canto utilizzare illegalmente la cannabis lo condurrebbe al carcere.