Un detenuto del reparto forense dell’ospedale psichiatrico Mount Carmel, Jesmond Gatt, 54 anni, è morto in seguito alle ferite riportate alla testa lo scorso 13 luglio quando sarebbe stato trovato immerso in una pozza di sangue sul pavimento della cella che condivideva con altre due persone.
Le dinamiche dell’incidente sono tuttora al vaglio degli inquirenti e oggetto d’inchiesta della magistratura, mentre il direttore della prigione, Chris Siegersma, ha dichiarato ai media locali che l’uomo con gravi problemi di salute mentale sarebbe «scivolato e avrebbe battuto la testa».
Gatt, che alle spalle aveva anche un lungo trascorso di problemi con la giustizia, era stato accusato lo scorso aprile di incendio doloso dopo aver presumibilmente dato alle fiamme la porta d’ingresso di una casa ad Hamrun, al cui interno si trovava un anziano.
Le riprese delle telecamere di sorveglianza avevano ripreso il 54enne nell’atto di appiccare il fuoco per ben due volte ed inizialmente il tribunale aveva negato la richiesta di cauzione, portandolo alla detenzione nel reparto forense del Mount Caramel, negli ultimi anni al centro delle critiche per lo stato di degrado e alcune morti sospette tra i suoi corridoi. Questo fino allo scorso 9 luglio, quando all’uomo era stata concessa la libertà su cauzione.
Gatt stava aspettando che la sua famiglia pagasse una cifra pari a 500 euro per tornare in “libertà”, vincolato da una garanzia personale di 14.500 euro, con l’obbligo di coprifuoco e di continuare il percorso di cure al Mount Carmel. Un cammino che, però, Gatt non percorrerà mai.
«Non si riesce a capire perché il governo abbia tenuto segreto questo caso rivelato dai giornalisti; facciamo appello affinché questo tipo di notizie e comunicazioni, con responsabilità e rispetto per qualsiasi processo giudiziario, siano annunciate dagli enti governativi o dai ministeri competenti che devono sempre rispettare il principio di trasparenza, buon governo e contabilità», il commento del Partito Nazionalista arrivato attraverso una nota diffusa ai media.
Il reparto forense, situato all’interno dell’ospedale psichiatrico Mount Carmel, è gestito dalle autorità carcerarie. Siegersma ha sottolineato l’importanza di non isolare i detenuti con problemi di salute mentale, affermando che le priorità rimangono la sicurezza e il benessere dei pazienti, tutelati da protocolli in atto per prevenire situazioni simili.