Lo scorso fine settimana, mentre le strade di Valletta si riempivano di colori, musica e gente in festa per le celebrazioni del Carnevale, il memoriale dedicato a Daphne Caruana Galizia è stato ancora una volta preso di mira dai vandali, che hanno danneggiato e gettato via fiori, candele e i tanti messaggi lasciati in ricordo della giornalista assassinata il 16 ottobre 2017.
A denunciare l’accaduto è stata Martina Farrugia, attivista di Occupy Justice, che attraverso un post su Facebook, condiviso anche dal figlio della giornalista Matthew Caruana Galizia, ha condannato l’atto vandalico definendolo «un atto di crudeltà, di aggressione, di molestie e di mancanza di rispetto rivolto alla memoria di una donna assassinata nel suo Paese sette anni fa».
Il monumento, situato proprio fuori dal tribunale, è da sempre al centro di tensioni politiche. Per anni, i pensieri e gli omaggi lì riposti dai cittadini sono stati rimossi su ordine del governo, fino a quando la Corte costituzionale stabilì nel 2020 che farlo violava la libertà di espressione.
Nel tempo, diversi esponenti del governo hanno definito il memoriale «divisivo», sostenendo che la sua presenza in uno spazio pubblico rappresentasse un motivo di discordia.
Nel suo post, Farrugia ha inoltre lanciato un appello al Primo Ministro Robert Abela, invitandolo a prendere posizione sull’accaduto e spiegando cosa spinge cittadini e associazioni a non cedere di fronte all’ennesimo attacco alla memoria della defunta giornalista. «L’abbiamo fatto perché, nonostante siano passati sette anni, l’odio così attentamente architettato contro Caruana Galizia continua a dilagare in questo Paese», ha affermato l’attivista, aggiungendo quanto sia «inaccettabile» per la famiglia di Daphne trovarsi ancora una volta dinnanzi al monumento distrutto.
(photo credits: Facebook / Martina Farrugia)
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