Tra l’ottobre del 2017 e il febbraio 2018 morivano, vigliaccamente assassinati, due esponenti del giornalismo d’indagine indipendente. Oggi, attraverso l’arte dello slovacco Martin Mjartan, il Parlamento Europeo li commemora permanentemente col monumento intitolato “Immortal Truth“.
Un memoriale che fungerà da memento e monito per le generazioni future
Due morti che a così poca distanza l’una dall’altra hanno fatto tremare l’Europa e le coscienze dei suoi cittadini. Perché se si può mettere un bavaglio all’informazione, se si può uccidere impunemente chi scava per cercare risposte allora il bavaglio è sulla bocca di tutti.
E una volta che quel bavaglio ti impedisce di dire la tua diventa come quelle mascherine chirurgiche che oggi tutti indossiamo anche all’aperto. Se quel bavaglio lo tieni troppo a lungo genera fastidio, finisce per farti sentire soffocato, infastidito, limitato nella tua capacità di esprimerti. In breve: se non prigioniero, sicuramente nemmeno libero.
Quali certezze abbiamo, quindi, di mantenere intatti la libertà di parola, di espressione ed il diritto alla verità per le generazioni future di questa Europa che vorremmo unita? Nessuna, perché un diritto, anche se acquisito, non si può mai dare per scontato.
La storia ha insegnato che anche paesi considerati moderni e democratici possono ripiombare nella dittatura, nella privazione delle libertà personali e dei diritti umani. Solo una società sveglia, allerta, dotata di forte memoria storica può reagire prontamente quando vede i suoi diritti calpestati.
Il monumento commemorativo intitolato “Immortal Truth” sarà forse d’aiuto nel ricordarci l‘importanza di salvaguardare la nostra libertà.
Il memoriale
Il monumento celebra la memoria della giornalista maltese Daphne Caruana Galizia e del giornalista slovacco Jan Kuciak ed è visibile al Parlamento Europeo in maniera permanente. Si tratta di una scultura in acciaio e ferro alta due metri con le parole “Immortal Truth” (Verità Immortale) avvolte intorno e sormontate da luci, opera dell’artista slovacco Martin Mjartan.
Alla sua base una frase incisa recita “In memoria di Daphne Caruana Galizia e Ján Kuciak e di tutti i giornalisti assassinati per la verità“.
Daphne Caruana Galizia morì per un ordigno esplosivo a Bidnija, Malta, nell’ottobre 2017, dopo aver ricevuto svariate minacce che comunque non riuscirono mai ad arrestare il suo lavoro di giornalista d’inchiesta.
Qualche mese dopo, nel febbraio 2018, Kuciak venne assassinato fuori dalla sua abitazione in un villaggio nei pressi dalla capitale della Slovacchia, Bratislava, mentre la comunità internazionale era ancora scossa per quanto avvenuto a Daphne.
Il Collegio dei Questori, di cui fa parte l’eurodeputato maltese David Casa, organizzatore della mostra inaugurata lo scorso anno assieme all’europarlamentare slovacca Lucia Duris Nicholsonova, ha deciso questa settimana per l’esposizione permanente del memoriale al Parlamento europeo.
Considerazioni sulle quali riflettere
Stando alle parole di Casa, riportate dal Times of Malta, il Parlamento europeo ha preso molto sul serio la protezione dei giornalisti, specialmente dopo i due omicidi. Non si vuole solo ricordarli, ma anche proporre strategie atte a proteggere i giornalisti investigativi garantendo che i processi giudiziari facciano seguito al loro lavoro.
“Pochi giorni dopo l’assassinio di Daphne, il Parlamento ha intitolato la sua sala stampa a Strasburgo a Daphne Caruana Galizia. Alla fine dell’anno scorso, siamo riusciti a lanciare il Premio Daphne Caruana Galizia per il giornalismo, che assegneremo per la prima volta nell’ottobre di quest’anno “, ha detto David Casa, aggiungendo: “E’ un esempio concreto di quanto il Parlamento europeo sia dalla parte della verità e della giustizia. Ciò contrasta con il modo in cui le autorità maltesi continuano a trattare Daphne Caruana Galizia, anche dopo essere stata assassinata da persone presumibilmente molto vicine all’ufficio del Primo Ministro. Non ci fermeremo finché tutti i colpevoli non saranno assicurati alla giustizia, finché non ci sarà un vero cambiamento “.
A far riflettere è anche il fatto che nel paese di Daphne il solo memoriale presente sia quello inizialmente estemporaneo posizionato davanti al monumento del Grande Assedio. Lo stesso memoriale che fino all’insediamento di Robert Abela, abbiamo ripetutamente visto rimuovere e in diverse occasioni vandalizzare.