A vederli in foto, sembrano due bravi ragazzi dalla faccia pulita provenienti da una buona famiglia.
In realtà, sembrerebbe che abbiano trucidato svariate persone nel corso dell’ultimo decennio. Era il 2008, quando Raymond Agius, il padre di Adrian e Robert, ufficialmente commerciante di auto usate, venne freddato da vari colpi di pistola nel Butterfly Bar di Birkirkara da due sicari fuggiti poi in motocicletta.
Da quel giorno iniziò la stagione maltese dei pacchi e delle auto bomba che cessò nel 2017, con l’assassinio feroce di Daphne Caruana Galizia.
La maggior parte delle vittime predestinate appartenevano alla malavita maltese. Nel novembre del 2011 Keith Galea, specializzato nel commercio di targhe di macchine rubate, scampò per miracolo al pacco bomba che ricevette.
Nel 2012 la stessa buona sorte toccò a Paul Degabriele, sospettato dell’omicidio di un malavitoso soprannominato “Il-Lion”. Ma la buona sorte durò poco in quanto un anno dopo Degabriele venne freddato a Marsa, con alcuni colpi di pistola sparati da un’auto in corsa.
Da questo momento in poi la faida assume proporzioni gigantesche per uno stato minuscolo come Malta, e le autobomba abbondano.
A giugno del 2014 salta in aria Darren Degabriele, il 16 gennaio 2016 tocca a Martin Cachia, ambedue coinvolti nel contrabbando di petrolio dalla Libia. Sei mesi dopo esplode la macchina di John Camilleri a St. Paul’s Bay.
L’anno 2017 comincia con altre due autobomba di cui rimangono vittime Victor Calleja, fulminato a Marsa, e Tonio Bone, privato delle sue due gambe, a Msida.
I fratelli Agius, noti anche come Tal-Maksar, vengono associati a tutti questi crimini, eppure stranamente rimangono sempre a piede libero, potendo cosi specializzarsi nell’assemblaggio di bombe raffinate e micidiali, grazie anche ai loro contatti malavitosi in Libia, Albania, Romania e Sicilia.
Di sicuro, fra il 2012 e 2017 i due fratelli maltesi fanno vari viaggi fra Malta e Catania. Nel 2015 i carabinieri identificano un traffico di armi gestito da un esponente del clan Santapaola, in collaborazione coi due.
Il sito lovinmalta ha recentemente affermato che in questo periodo gli Agius avevano piazzato delle talpe nella polizia e nei servizi segreti maltesi. Ciò spiegherebbe la loro immunità.
Immunità che termina con l’assassinio di Daphne. Le conversazioni registrate segretamente dall’intermediario Melvin Theuma con il mandante Yorgen Fenech rivelano che la bomba che ha fatto a pezzi la giornalista fu fornita dai Maksar, che avevano anche cercato di comprare il silenzio di uno degli assassini materiali, Vincent Muscat, con 1500 euro al mese. Il caso Daphne sembrerebbe andare verso un soluzione.
Ma politicamente la matassa si ingarbuglia ulteriormente: tra il 2012 e 2016 l’avvocato dei fratelli Agius non era altro che Robert Abela, l’attuale primo ministro maltese che, insieme al Consiglio dei ministri, deve decidere sulla grazia o eventuali riduzioni di pena da concedere in cambio di ulteriori rivelazioni.
Proprio una bella gatta da pelare.