È iniziato oggi quello che avrebbe dovuto essere un lungo processo ad Alfred e George Degiorgio, i due fratelli accusati di essere gli esecutori materiali dell’omicidio della giornalista Daphne Caruana Galizia. Avrebbe dovuto essere, sì, perché infatti non lo è stato: i due hanno cambiato le carte in tavola all’ultimo momento dichiarandosi colpevoli di tutte le accuse a loro carico. Una svolta improvvisa, sconcertante, che nel giro di poche ore ha siglato quello che Malta Today ha definito come un “risultato storico” per Malta: si tratterebbe infatti della prima volta che nel corso di un processo con giuria viene raggiunto un patteggiamento tra accusa e difesa.
Tornando un passo indietro e procedendo per gradi dall’inizio di questa lunga ed intensa giornata in tribunale, i fratelli Alfred e George Degiorgio erano finiti in manette con l’accusa di essere stati gli esecutori materiali dell’omicidio della giornalista, coloro che avevano posizionato ed azionato la bomba sotto il sedile della sua auto. Una terza persona coinvolta era già stata condannata a 15 anni di reclusione: si tratta di Vince Muscat, diventato testimone di Stato sul caso nel 2021. I Degiorgio si trovano in carcere dal dicembre del 2017, circa due mesi dopo l’attentato avvenuto il 16 ottobre dello stesso anno.
Per la prima volta il processo ha ospitato anche una giuria, composta da nove elementi: cinque uomini e quattro donne.
Prima dell’inizio dell’udienza l’avvocato dei Degiorgio, assegnato d’ufficio, avrebbe chiesto la sospensione del processo, sostenendo di aver avuto poco tempo a disposizione per preparare la linea difensiva, trovando però il rifiuto della Corte. Questo è solo l’ultimo dei molti tentativi da parte degli imputati di scampare alla legge. Già in precedenza i fratelli Degiorgio avevano provato diverse strade, come la richiesta della Grazia presidenziale. Anche l’assegnazione di un avvocato d’ufficio sarebbe stata etichettata dai presunti assassini come una violazione dei loro diritti. Tutti tentativi caduti nel vuoto, con Alfred Degiorgio che avrebbe anche iniziato uno sciopero della fame per protesta, cosa che ha portato ad alcuni ritardi nel lungo cammino processuale.
Le accuse sono pesantissime: omicidio volontario, detenzione illegale di esplosivi, associazione a delinquere, cospirazione, promozione, aiuto e favoreggiamento per associazione a delinquere aggravata dall’omicidio. Ed anche le pene previste per questi reati sono severissime: venissero giudicati colpevoli anche solo di omicidio volontario e di aver causato l’esplosione che ha ucciso la giornalista, ai Degiorgio potrebbero essere comminati due ergastoli a testa. Tutto questo ovviamente prima che i due si dichiarassero colpevoli.
Contro di loro una marea di prove. I cellulari degli imputati (compreso Vince Muscat) sarebbero stati rintracciati la sera prima dell’omicidio a Bidnija, dove l’auto della vittima era parcheggiata. I tre avrebbero quindi piazzato insieme la bomba sotto al sedile del guidatore. La polizia avrebbe inoltre trovato un mozzicone di sigaretta con sopra il Dna di Alfred Degiorgio, in un punto panoramico che sarebbe stato utilizzato per sorvegliare la residenza di Caruana Galizia. Una volta che quest’ultima sarebbe uscita di casa e salita in macchina, Alfred avrebbe avvisato il fratello George, che a sua volta avrebbe fatto partire il messaggio per innescare l’ordigno. Al momento dell’esplosione, con Alfred ci sarebbe stato Vince Muscat, mentre il fratello George si liberava dei telefoni gettandoli in mare.
Le indagini dell’FBI e dell’Europol avrebbero dimostrato come, dopo l’attentato, un primo telefono cellulare si sia spento, con l’esistenza contestuale di un secondo numero attivato lo stesso giorno dell’attentato. Nel dettaglio, la scheda sim sarebbe stata attivata poco prima delle 2:00 del mattino, ma il telefono associato sarebbe stato acceso alle 15:00, al solo scopo di inviare l’Sms al primo telefono per innescare la bomba. Il testo del massaggio sarebbe stato: #rel1=on.
Nel corso dell’udienza è stato discusso anche il periodo di organizzazione dell’attentato, con Melvin Theuma a fare da intermediario tra Yorgen Fenech (il presunto mandante) e i tre esecutori sopracitati. Alfred Degiorgio avrebbe chiesto 150.000 euro per l’omicidio, con 30.000 di anticipo. Condizioni accettate da Theuma, che hanno di fatto condannato a morte Daphne Caruana Galizia.
Il processo, iniziato nella tarda mattinata di oggi si è concluso poco fa, dopo diverse pause. L’ultima, quella più lunga, preceduta da quello che i media maltesi hanno definito come un clima “strano” e “sospetto”, si è conclusa con una confessione shock in tribunale: contro ogni previsione, infatti, i fratelli Degiorgio si sono dichiarati colpevoli di tutti i capi d’accusa a loro carico. Dopo essere stati assistiti da un medico e da uno psichiatra che hanno valutato le loro condizioni di salute come “idonee”, i due hanno riconfermato quanto sostenuto. Il tribunale, quindi, li avrebbe condannati a scontare 40 anni di reclusione oltre al pagamento di 42.930 euro ciascuno per le spese processuali ed alla confisca dei proventi derivati dal reato.