La famiglia di Daphne Caruana Galizia accusa un impiegato dell’Ufficio del Primo Ministro di aver perseguitato la giornalista scomparsa il giorno prima del suo assassinio, e allo stesso tempo chiede la rimozione del vice commissario Silvio Valletta dalle indagini.
La persona accusata di stalking, in una denuncia presentata in questi giorni, è Neville Gafà, che insieme a un suo collaboratore avrebbe pedinato la signora Caruana Galizia e suo marito Peter nei pressi di Floriana, scattando loro delle foto nel pomeriggio di domenica 15 ottobre, il giorno prima dell’attentato costato la vita alla giornalista.
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Citando come prova il post e le foto pubblicate poi su facebook dallo stesso Gafà, i familiari della blogger hanno sostenuto che il comportamento sarebbe qualificato appunto come atto persecutorio sanzionato nel codice penale di Malta all’articolo 251 AA. Secondo la legge maltese, chiunque venga giudicato colpevole di stalking è soggetto a una pena detentiva da sei a dodici mesi o ammende fino a 10.000 euro.
Sull’altro fronte, i quattro membri della famiglia della giornalista assassinata hanno dichiarato guerra al vice commissario Silvio Valletta, accusato di interferire con i requisiti di imparzialità necessari in tali circostanze.
Silvio Valletta era stato oggetto di aspre critiche da parte di Daphne Caruana Galizia in quanto membro del consiglio del FIAU (Financial Intelligence Analysis Unit) nell’ambito dell’inchiesta sui Panama Papers. Per questo, in una richiesta firmata dagli avvocati Jason Azzopardi e Therese Comodini Cachia, i famigliari della giornalista hanno chiesto di allontanare dalle indagini una persona in qualche modo coinvolta dalle inchieste e dalle critiche rivolte dalla giornalista scomparsa a persone pubblicamente esposte.