La foto di Daphne Caruana Galizia insieme ai fiori e alle candele posizionate sul memoriale a lei dedicato a Valletta, sono stati rimossi dalle autorità dopo le commemorazioni del Victory Day durante le quali il Primo Ministro, il Presidente della Repubblica e le massime cariche dello Stato hanno riposto corone di fiori ai piedi del monumento del Grande Assedio
A riportare l’accaduto sono gli attivisti, le Ong, il Partito Nazionalista e Mandy Mallia, la sorella della giornalista uccisa da un’autobomba nell’ottobre 2017 per la quale si attende ancora che sia fatta giustizia. Da lì la volontà di creare un memoriale proprio davanti al tribunale che ripetutamente viene arricchito di fiori, candele, foto e messaggi.
«La nostra protesta per la giustizia per Daphne è stata “sgomberata” nel caso in cui offendesse gli occhi dei politici in visita al monumento del Grande Assedio. Perché non ci può essere una commemorazione senza cancellare la memoria di una giornalista assassinata? Non è così sintomatico di questo governo che sradica la flora presente per stendere un tappeto rosso?» dichiara la Ong Occupy Justice aggiungendo che «naturalmente, la foto di Daphne è tornata al suo posto».
«Malta, un Paese che celebra i suoi patrioti di secoli fa, eppure scarta letteralmente il suo eroe moderno e martire per la verità» è la reazione piccata all’accaduto della sorella di Caruana Galizia, Mandy Mallia, che sempre su Facebook ha sottolineato l’enorme impegno profuso dagli attivisti e dalle organizzazioni non governative che in questi ultimi sette anni si sono sempre dati da fare per “tenere vivo” il memoriale della giornalista e continuare la lotta per la giustizia.
«Otterremo giustizia per Daphne un giorno, e non grazie al partito politico sotto il cui controllo Daphne è stata assassinata, né grazie all’opposizione che ha cercato anche di demonizzarla e che, infine, l’ha lasciata sola quando l’ha ritenuta opportuno» ha affermato Mallia, aggiungendo che «giustizia per Daphne significa anche giustizia per tutte le sue storie, anche quelle “scomode”; spazzare via il suo ritratto e i suoi tributi non ce lo faranno mai dimenticare».
Condannando la rimozione della foto di Caruana Galizia, dei fiori e delle candele davanti al monumento del Grande Assedio, in una dichiarazione fornita alla stampa, il ministro ombra della Giustizia, Karol Aquilina, ha affermato senza mezzi termini che «il governo laburista continua a mostrare disprezzo per il diritto alla libertà di espressione».
Secondo il PN, gli oggetti erano stati riposizionati davanti al monumento a conclusione delle cerimonia che si svolge ogni anno in occasione del Victory Day, ma sono stati poi nuovamente rimossi dalle autorità. «Questo comportamento mostra il disprezzo del governo laburista per il diritto alla libertà di espressione e conferma che vuole dimenticare la memoria e le indagini di Daphne Caruana Galizia» ha chiosato Aquilina, aggiungendo che il PN «si aspetta che il governo rispetti pienamente e senza eccezioni la sentenza della Corte Costituzionale emessa il 30 gennaio 2020 e contro la quale il governo non ha presentato appello». «Con questa sentenza – afferma il ministro ombra – il governo è stato ritenuto colpevole di aver violato la libertà di espressione, di aver incitato all’odio e creato una frattura divisione dopo aver rimosso ripetutamente per anni fiori e candele che erano stati collocati davanti al monumento del Grande Assedio a Valletta per ricordare la giornalista assassinata».
Aquilina ha inoltre aggiunto che, nella sua sentenza, la Corte ha affermato che il ministro Owen Bonnici «ha continuato a creare fratture quando ha ordinato ai lavoratori del Dipartimento di pulizia pubblica di rimuovere fiori, candele e foto di Caruana Galizia per mesi» e che la stessa Corte «ha anche affermato che la pulizia non è stata effettuata per rimettere a nuovo il monumento, ma per censurare coloro che avevano tutto il diritto di esprimersi».