La commissione Antimafia, presieduta dalla presidente, Rosy Bindi, sarà in visita nell’isola di Malta lunedì 23 e martedì 24 ottobre – nel corso di una missione programmata mesi fa – durante la quale verranno ascoltati esponenti della magistratura e delle istituzioni maltesi.
L’iniziativa dell’Antimafia rientra nell’ambito delle missioni internazionali svolte già dalla Commissione sul tema del riciclaggio del denaro sporco in Canada, a San Marino e recentemente anche in Olanda.
Malta tra l’altro è sede di numerose concessioni di gioco on line, tema che è stato al centro di una delle inchieste condotte dalla Commissione Antimafia.
Al centro della visita – a quanto si apprende – anche il ruolo che Malta potrebbe avere in alcuni affari criminali, vista anche la vicinanza con la Sicilia, più volti denunciati dalla giornalista Daphne Caruana Galizia, uccisa lunedì in un attentato.
Della Commissione Antimafia fa parte anche il senatore Mario Michele Giarrusso (M5s) che ieri ha rilasciato una dura dichiarazione riguardante l’omicidio di Daphne Caruana Galizia:
«Possiamo tollerare tutto questo? Possiamo tollerare che uno Stato prosperi alle spalle dei suoi vicini favorendo le mafie, la criminalità organizzata economica e politica anche italiana? No. Non possiamo. Se dovessimo tollerare tutto questo, non saremmo distratti o imbelli, ma solo COMPLICI. E saremmo complici anche dell’omicidio di questa coraggiosa giornalista. Ovviamente, sia dall’Europa che dall’Italia, nessuna reazione degna di nota».
Secondo il Senatore Giarrusso, il governo maltese avrebbe molte responsabilità sulla vicenda che ha determinato l’assassinio della Blogger ed anche nel predisporre le successive indagini attuate in modo superficiale ed approssimativo.
«Credo che un governo che non ha protetto una giornalista che aveva denunciato minacce di morte debba almeno rassegnare le dimissioni. Il Governo di Malta si dovrebbe quindi dimettere, ma non perché accusato di corruzione e sotto indagine dalla magistratura, ma per la evidente, quantomeno, complicità indiretta per omissione nell’omicidio. Quanto al poliziotto che inneggia soddisfatto all’omicidio della giornalista, in un paese serio e civile, sarebbe già stato destituito e cacciato via con disonore. Vogliamo poi parlare del magistrato incaricato delle indagini? Secondo alcune fonti questo magistrato sarebbe stato al centro di alcune denunce presentate dalla giornalista in relazione al riciclaggio del denaro sporco e della corruzione».