Dal 16 Ottobre 2017 al 16 Ottobre 2018 pochi sono gli sviluppi sull’assassinio della giornalista più chiacchierata di Malta. Tre persone accusate di aver commesso il crimine materiale sono dietro le sbarre, ma da quel giorno nulla è più trapelato sulla vicenda.
Martedì sarà trascorso un anno esatto dall’efferata uccisione di DCG, assassinata da un’autobomba mentre si allontanava dalla sua abitazione a Bidnja, sotto gli occhi di suo figlio Matthew.
365 giorni che hanno visto crescere l’odio e la divisione tra chi fa appello alla giustizia nei confronti di un essere umano trucidato e chi disumanamente ammonisce che “se l’era cercata“.
Innumerevoli premi postumi sono stati conferiti alla vittima, meriti doverosi verso una professionista diretta, capace ed obbiettiva nel proprio operato, avara di sconti qualunque fosse il bersaglio della sua penna.
Da quel maledetto lunedì nero, dalle ceneri della carcassa fumante di quell’auto, sono nati svariati movimenti giornalistici e non, che ne hanno raccolto il testimone o lottano in sua memoria.
The Shift News, Truth Be Told, The Daphne Project, OccupyJustice, Il-Kenniesa, Civil Society Network, la lista prosegue, si sono prodigati o continuano a farlo affinché giustizia sia fatta in nome di Daphne.
Giornali di tutto il mondo hanno parlato della vicenda, Meryl Streep ha più volte omaggiato pubblicamente la giornalista per il suo indomito coraggio, Il parlamento europeo le ha dedicato la propria sala stampa a Strasburgo.
Ricordo distintamente il giorno del funerale, celebrato molto dopo il tragico evento, presso il Duomo di Mosta, colmo di persone a lutto sia all’interno che all’esterno.
Terminata la messa di suffragio, all’uscita della salma, inginocchiato in prima fila ai piedi del gradini, alla vista del presidente del parlamento europeo Tajani, non riuscii a trattenermi dall’invocare una richiesta disperata di aiuto: “Presidente ci aiuti lei“.
Ogni 16 del mese, familiari, amici e persone votate alla giustizia umana e sociale si sono riunite davanti al monumento dedicato al grande assedio, usato come memoriale della vittima, non per oscurare il valore con cui i Maltesi hanno resistito per ben tre volte alle incursioni nemiche giunte dal mare, ma per ricordare agli uomini di legge che operano all’interno del palazzo di giustizia, dirimpetto al memoriale, che Malta ed il mondo intero, esige giustizia per un tale crimine efferato.
Talmente sono innumerevoli gli accadimenti giudiziari, giornalisti ed istituzionali, riconducibili in un qualsimodo a Daphne, che sarebbe interminabile enunciarli singolarmente; questo riprova ancora una volta il valore del lavoro da essa svolto in vita.
Martedì 16 le commemorazioni per la morte di DCG inizieranno sul luogo del delitto, a Bidnja, dove alle 14:30 si terrà una veglia silente.
Seguirà alle 18 a Valletta una messa in suffragio di Daphne, presso la chiesa di San Francesco, al cui termine partirà la manifestazione per la Giustizia e la Verità, che vedrà il corteo fermarsi immancabilmente in piazza del grande assedio.
Da inizio 2017 ad oggi sono almeno 49 i giornalisti assassinati per via del loro lavoro, perché la fame di verità uccide, anzi, ti fa ammazzare, tanta è la vigliaccheria dei viscidi criminali che ne commissionano lo sterminio affinché loschi e criminali affari possano proseguire indisturbati a macchiare d’infamia e corruzione il nostro mondo.
Da italiani possiamo dire di essere figli degli anni di piombo, delle stragi brigatiste, quelle di mafia, per non dimenticare i tempi della banda della Uno Bianca o quelli della banda della Magliana, fino ad arrivare ai femminicidi e gli omicidi di cui siamo aggiornati quasi quotidianamente tramite i rotocalchi italici.
Personalmente non conoscevo Daphne se non per sentito dire fino al giorno della sua morte, il giorno in cui ho anch’io impugnato la penna nuovamente, perché l’omertà uccide, il silenzio uccide, l’ignoranza uccide, l’accondiscendenza uccide, l’oblio uccide.
Il 16 ottobre del 2017 è stata terminata una vita in maniera violenta, di una violenza che fa rabbia, da un sistema che va combattuto in prima fila, che va affrontato audacemente senza timore né tentennamenti.
Il 16 ottobre 2018, chiunque crede nella giustizia e domanda giustizia, non solo per Daphne, o per tutti i giornalisti uccisi dalla criminalità, ma per tutte le vittime di morte violenta, a Malta, In Italia e nel mondo intero, è invitato a partecipare alla manifestazione Giustizia e Verità, o alla messa in suffragio, o alla veglia silente.
I buoni sono più numerosi dei cattivi, sono i vigliacchi che stravolgono le forze in campo, perché chi è vigliacco e si comporta da vigliacco, non è altro che un un cattivo travestito da buono col coltello nascosto dietro la schiena.
Maggiori informazioni:
Silent Gathering in memory of Daphne Caruana Galizia
Mass in suffrage of Daphne Caruana Galizia
#IoSonoDaphne