La truffa legata alla presunta manomissione dei contachilometri delle auto usate giapponesi, portata alla luce nei giorni scorsi da MaltaToday, ha innescato una serie di reazioni a catena, prima su tutte quella legata alla rabbia dei consumatori.
Da quando sono state fornite al pubblico le istruzioni necessarie a verificare la corretta documentazione delle proprie auto infatti, come previsto, il numero di persone colpite dalla frode ha iniziato a crescere di ora in ora.
Al centro di tutto ci sarebbero due concessionarie maltesi, Rokku Autodealer (Għaxaq) e Tal-Qasab Autosales (Qormi), da cui partirebbe il racket legato ai chilometraggi “truccati” riportati nelle auto di seconda mano importate dal Sol Levante.
Gli illeciti sembrano essersi susseguiti per anni, dando vita ad un meccanismo rodato, ponendo sotto i riflettori anche l’operato di Transport Malta che, in tutto questo tempo, avrebbe accettato la documentazione fornita dai rivenditori senza effettuare controlli incrociati ed approfonditi.
Al momento dell’acquisto dei veicoli in Giappone, difatti, l’autorità locale preposta al controllo qualità per auto di importazione e esportazione (JEVIC), rilascia una documentazione accurata, consultabile online, che Transport Malta avrebbe, a quanto pare, ignorato fino a questo momento.
L’autorità per i trasporti maltesi, che si trova ora con nuovi grattacapi a cui far fronte, ha iniziato a far chiarezza pubblicando attraverso il sito web alcune istruzioni utili a verificare che il proprio veicolo non sia stato manomesso.
«Il governo deve rivedere il sistema amministrativo; ci sono troppe scappatoie» ha riferito il portavoce del PN Adrian Delia, chiedendo una revisione delle procedure amministrative eseguite da Transport Malta.
Anche il ministro per l’Inclusione Julia Farrugia Portelli ha commentato la vicenda esprimendo «tolleranza zero» nei confronti dei colpevoli, invitando chiunque sia stato coinvolto nella frode a denunciare il fatto all’Autorità per i consumatori, oppure a mettersi in contatto con il numero 8007 4400. Al momento sembrerebbero essere arrivate a quota 45 le denunce sporte dalle prime vittime del raggiro.
Nel frattempo, dopo l’enorme polverone sollevato, i proprietari delle due concessionarie coinvolte si sono chiusi in uno stretto silenzio, rigettando ogni accusa e negando gli illeciti.
Le indagini, ancora in fase preliminare, cercheranno ora di delineare la presenza di ulteriori attori coinvolti nel raggiro. Purtroppo per i clienti beffati ci vorrà ancora del tempo prima che si parli di eventuali risarcimenti.