Mercoledì mattina, alle prime luci dell’alba, un cittadino indiano detenuto nel penitenziario di Corradino è stato trovato morto nella sua cella.
L’uomo, un badante di 35 anni, che nel marzo scorso è stato rinviato in custodia cautelare dopo aver presumibilmente fatto avance sessuali nei confronti di una paziente, pare essersi tolto la vita nella sua cella, o almeno questo è ciò che hanno dichiarato gli Ufficiali, dopo aver rinvenuto sul luogo dell’accaduto un messaggio lasciato dal detenuto.
Un altro pesante suicidio, l’ennesimo, che si aggiunge alla già lunga lista che segna 14 casi consumati in quasi tre anni tra le mura dell’Istituto penitenziario maltese sotto la direzione di Alex Dalli, lo stesso che mercoledì mattina si è sospeso dall’incarico con effetto immediato e sulla cui testa pendevano già forti pressioni sollevate dopo l’ennesimo suicidio di un altro detenuto avvenuto la scorsa estate.
Come riportato da Times of Malta, pare che Dalli si sia fatto da parte a seguito di un incontro con il ministro dell’Interno Byron Camilleri.
Secondo Camilleri, durante l’incontro, i due hanno raggiunto un accordo, appoggiato anche dal Primo Ministro Robert Abela, favorevole alla sospensione dall’incarico di Dalli, già sostituito da Robert Brincau, nominato amministratore delegato ad interim.
Proprio mercoledì, giorno in cui Dalli ha lasciato Corradino, due guardie carcerarie che erano sotto la sua guida, si sono presentate in tribunale con l’accusa di omicidio involontario di una detenuta morta suicida nel giugno scorso. Entrambe si sono dichiarate “non colpevoli”.
Tutta la vicenda ha scatenato immediatamente la reazione delle ONG che a gran voce chiedono le dimissioni anche di Byron Camilleri poiché, in qualità di ministro dell’Interno, avrebbe dovuto già da tempo sollevare Dalli dal suo incarico essendo a conoscenza dei metodi “poco ortodossi” praticati all’interno del penitenziario.
Gli attivisti di Repubblika, la ONG per la tutela dei diritti umani e della democrazia a Malta, spiegano che le circostanze della tragedia che ha coinvolto il cittadino indiano non sono ancora note e, sebbene non tutti i suicidi possono essere prevenuti, l’attuale tasso di mortalità nella prigione di Malta è inaccettabile in qualsiasi democrazia.
«Il mantenimento di Dalli come direttore delle carceri è un pericolo per la vita delle persone affidate alle sue cure» conclude il portavoce della ONG.
Anche Moviment Graffitti, concorde sulla posizione delle altre organizzazioni, ha insistito affinché sia Dalli che Camilleri si dimettessero.
«Se questo fosse il primo incidente, servirebbe un’indagine. Tuttavia, trattandosi del quattordicesimo decesso in poco più di due anni, occorre l’immediato licenziamento del direttore delle carceri Alex Dalli e un’assunzione di responsabilità politica da parte del ministro dell’Interno Byron Camilleri, che ha sostenuto il comportamento dispotico nonostante il ritmo allarmante con cui i detenuti lasciano le pareti della prigione nei sacchi per cadaveri» ha spiegato Moviment Graffiti.
Byron Camilleri si è difeso dalle accuse che richiedono le sue dimissioni affermando di aver sempre operato in linea con le singole inchieste.
«Ho sempre agito e sono obbligato ad agire sulla base dei fatti che mi sono presentati» ha detto il ministro in sua difesa.
Nel frattempo, nella sua dichiarazione, il ministro dell’Interno ha affermato che è stata avviata un’inchiesta separata sulla questione, ed eventuali decisioni e riforme in materia carceraria saranno attuate secondo le conclusioni di un’indagine separata.