«No alla carcerazione a chi fa uso di cannabis».
Questa è la posizione della Caritas di Malta che mantiene comunque alta l’allerta e la preoccupazione per un fenomeno in costante aumento.
L’invito dei rappresentanti della Caritas, che già si sono espressi a più riprese sull’argomento, è inequivocabile: bisogna scoraggiare il più possibile i giovani a fare uso di sostanze stupefacenti e, al contempo, spingere le nuove generazioni a stili di vita sani e verso attività ricreative e sportive.
Se da un lato, dunque, la carcerazione non è indicata come la soluzione per risolvere un problema così delicato, dall’altro, il possesso ritenuto “irrilevante” di sette grammi (quantità per ventuno spinelli circa) e la possibilità di avere piante in casa potrebbero certamente incentivare e favorirne l’uso.
A tal proposito, la Caritas ribadisce che l’esposizione a lungo termine del cervello alla cannabis “aumenta il rischio di Alzheimer”.
Il pericolo è appunto che l’abolizione di qualsiasi sanzione per un massimo di sette grammi e il possesso di quattro piante possa lanciare un messaggio pericoloso tra i giovani.
Soprattutto tra gli adolescenti, la cannabis potrebbe danneggiare la capacità di apprendimento e lo sviluppo cerebrale.
È accertato inoltre che un adolescente su 6 che fa uso di cannabis è maggiormente a rischio per eventuali nuove dipendenze.
L’associazione di volontariato maltese, a tal proposito, evidenzia: «Mentre riconosciamo che non tutte le persone che usano cannabis svilupperanno necessariamente una dipendenza dalla stessa o da altre sostanze, la nostra esperienza ci induce a pensare che quasi tutte le persone con gravi dipendenze hanno iniziato proprio dalle sostanze leggere».
Nei numeri successivi c’è tutto l’allarme per questo fenomeno in crescita, tra i minori in particolari: «Si stima che circa una persona su dieci che fa uso di cannabis in età adulta – proseguono i vertici della Caritas – svilupperà nel corso della vita una vera e propria dipendenza. Meno si è permissivi e più si argina l’uso di tali sostanze».
Un focus necessario è destinato alle famiglie di quanti cercano di disintossicarsi e sugli stessi protagonisti di questo calvario: «I parenti di chi lotta per uscire dal tunnel fanno una grande fatica e spesso devono motivare anche in carcere il familiare che tenta di disintossicarsi per trovare una strada diversa”.
Il percorso di guarigione è invece definito «un viaggio che dura tutta la vita» con innumerevoli insidie e rischi di ricadute costanti.
La teoria dell’apprendimento sociale si basa sull’idea che i comportamenti vengono appresi attraverso i cosiddetti modelli di ruolo.
Per capire bene ciò di cui si parla bisogna evidenziare che spesso sono i genitori stessi dei consumatori e continueranno a fumare cannabis di fronte a propri figli, in gran parte delle circostanze.
Ecco il modello negativo di cui si parla e che condiziona inevitabilmente la crescita e la vita dei figli minorenni. Va detto comunque che il tentativo di contenere l’uso di cannabis nelle case da parte dei genitori stessi sembra una strada impraticabile.
La Caritas, pertanto, ritiene che le sanzioni amministrative siano un fondamentale deterrente su comportamenti pericolosi e nell’ottica di probabili dipendenze. A patto che tali multe vengano comminate, altrimenti non ci sarà alcun effetto sulle nuove generazioni.
SCOPO TERAPEUTICO
Intanto il produttore canadese di cannabis, ZenPharm, ha ricevuto l’ok da Malta per spedire 500 kg di cannabis a scopo terapeutico fuori dal territorio.
Con l’approvazione delle autorità maltesi, dunque, si procederà a inviare ogni anno mezza tonnellata verso i Paesi dell’Unione Europea.
Sarà inoltre introdotto anche un prodotto della cannabis medicinale per il mercato interno.
Per l’amministratore delegato di ZenPharm, Angele Azzopardi, «il riconoscimento di questa licenza conferma come Malta sia all’avanguardia sia da un punto di vista normativo che medico nell’assicurare ogni prodotto di assoluta qualità relativamente alla cannabis medicinale»
Soddisfazione espressa che dal governo maltese, tramite il ministro per le Imprese, Miriam Dalli, che definisce questo passaggio «una pietra miliare nell’industria maltese della cannabis medica»
A breve potrebbe anche allargarsi il mercato concorrente in quanto fonti governative testimoniano che altre aziende sono in attese di licenza dopo un’accurata ispezione da parte dell’autorità scientifica di Malta.
In particolare il segretario parlamentare Deo Debatista, responsabile autorità maltese per i medicinali, ha sottolineato che il processo di regolamentazione è stato quanto mai rigoroso.