«Non si rischia il carcere se si coltiva la cannabis per uso personale», queste le parole del Ministro della Giustizia Owen Bonnici, lo scorso giovedì, 12 dicembre.
Il nuovo disegno di legge, che verrà presentato quando il Parlamento si riunirà a gennaio, consentirà ai tribunali di applicare la pena che ritiene opportuna, a seconda delle circostanze, e non più solo la carcerazione.
L’emendamento è stato elaborato sulla scia delle denunce di Natasha Galea Sciberras, il magistrato che è stato recentemente «costretto dalla legge» a mandare una donna in prigione quando, a suo avviso, non era il caso.
Il magistrato ha dichiarato di non avere avuto altra scelta se non quella di imprigionare per sei mesi, una donna di 39 anni accusata di aver coltivato sei piccole piante di cannabis per uso personale.
La legge non è riuscita a distinguere tra coloro che meritano un effettivo carcere e coloro che invece usano la cannabis per scopi terapeutici.
Il ministro Owen Bonnici ha sottolineato che gli emendamenti non si applicheranno alle persone condannate per la coltivazione di cannabis destinata allo spaccio, aggiungendo che «le persone che cercano di guadagnare dai traffici illeciti dovrebbero trovare un lavoro onesto piuttosto che vendere droga».