Due concessionarie maltesi sono finite nell’occhio del ciclone a causa della presunta manomissione dei contachilometri di centinaia di auto usate, messe in vendita negli ultimi tre anni ad ignari clienti.
L’ipotesi della truffa, che coinvolge veicoli giapponesi di seconda mano importati, è stata avanzata la scorsa domenica da Malta Today, dopo essere entrata in possesso ed aver incrociato una serie di documenti legati ai veicoli “incriminati”. Nel frattempo, sembrerebbe che entrambe le concessionarie coinvolte siano state sospese dall’UVIA, l’associazione importatori di auto usate, la quale avrebbe esortato le persone truffate a collaborare, fornendo ogni informazione utile alla vicenda.
L’inganno pare aver preso di mira mezzi di seconda mano con chilometraggi elevati, e quindi dal prezzo contenuto, acquistati in Giappone. Una volta giunte a Malta, le auto sarebbero state indirizzate dalle due concessionarie in un’officina situata al centro dell’isola, in grado di manomettere i contachilometri.
In un secondo fase, invece, i truffatori si sarebbero occupati della contraffazione dei documenti rilasciati in Giappone dalla Japan Export Vehicle Inspection Centre (JEVIC) al momento dell’acquisto.
Al momento, pare che siano già centinaia i clienti colpiti dal racket, con discrepanze rilevate sulle auto che potrebbero raggiungere fino ai 100.000 chilometri di differenza rispetto ai dati originali. Le differenze effettive nei contachilometri sono state individuate incrociando i documenti registrati sul suolo maltese con quelli presenti sul sito della JEVIC.
Questo particolare aspetto sembra aver sollevato dubbi sulle eventuali inadempienze di Transport Malta che, come riporta Malta Today, durante la fase di immatricolazione, non avrebbe effettuato controlli approfonditi, affidandosi invece alla sola documentazione presentata dai rivenditori.
Il racket sembra essersi fermato pochi mesi fa, quando a seguito di alcune segnalazioni sono scattate indagini più approfondite. Oltre ai clienti anche i rivenditori onesti sono stati colpiti duramente, trovandosi ad affrontare una concorrenza dotata di prezzi decisamente più bassi della media di mercato.
Interpellati nelle ultime ore dal giornale locale, i proprietari delle due concessionarie hanno negato gli illeciti e comunicato, tramite il loro avvocato, che non commenteranno ulteriormente la vicenda.