Una nonna che per alcuni anni ha abusato sessualmente di suo nipote è stata condannata in appello a sette anni di reclusione.
La donna era stata condannata in primo grado dal tribunale nel mese di novembre dello scorso anno. Secondo la ricostruzione del Times of Malta, il bambino, nato dalla relazione tra una signora maltese e un cittadino libico, era stato abbandonato dai genitori e affidato sin dai primi mesi di vita alle cure dei nonni materni.
Quando il padre tornò a Malta, ottenne l’affido del ragazzino, che nel frattempo aveva compiuto dieci anni: da qui vennero alla luce anche gli abusi subiti in precedenza.
Il padre notò nel figlio dei comportamenti strani, specie quando tentò di baciare e toccare nelle parti intime la sua nuova compagna. Il bambino spiegò di avere appreso quel comportamento dallo zio e dalla nonna, che lo avevano toccato in quel modo da quando aveva cinque anni.
Il padre presentò una denuncia alla polizia e chiese l’aiuto dei servizi di protezione dell’infanzia tramite l’ente di assistenza sociale Aġenzija Appoġġ.
Col passare del tempo il bambino raccontò sempre più nel dettaglio quanto era accaduto nella casa dei nonni. Qui dormiva in una camera da letto condivisa con lo zio, che praticava con lui atti sessuali guardando in sua presenza filmati pornografici. In seguito il bambino aveva tentato di imitare le stesse pratiche anche con la nonna, che all’inizio lo aveva respinto, per poi cambiare atteggiamento fino a concedersi e a consumare degli abusi anche di sua iniziativa.
Sia lo zio che la nonna sono stati processati, con il primo che ha ammesso l’abuso ed è stato condannato in un procedimento separato. Ora la sentenza definitiva è arrivata anche per la nonna.