Dopo un periodo in cui la convivenza con il Covid-19 sembrava essersi assestata intorno a numeri incoraggianti ed in costante calo, tanto da spingere le autorità sanitarie lo scorso mese di marzo a stoppare gli aggiornamenti quotidiani, negli ultimi tempi i contagi hanno iniziato ad invertire la tendenza, segnando progressive impennate fino a raggiungere una media di 500 nuovi positivi al giorno, ponendo operatori sanitari ed imprese ad affrontare l’ennesimo grattacapo.
Esempio lampante sono il mese di maggio 2022, quando la media dei casi registrata quotidianamente era poco superiore a quota 100, fino ad arrivare alla prima settimana di giugno, dove il trend si aggirava più o meno attorno ai 90 nuovi positivi al giorno.
Una situazione molto diversa rispetto agli ultimi 14 giorni, che hanno visto i contagi addirittura quintuplicare, arrivando a toccare la media di 500 contagi al giorno.
Nello stesso intervallo temporale si sono anche registrati 13 decessi di persone positive al Covid-19, quasi uno ogni ventiquattro ore.
Ed è proprio il tasso di mortalità al centro dell’ultimo rapporto prodotto dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) che, nella settimana del 26 giugno, ha individuato nell’arcipelago maltese il secondo tasso di decessi Covid-19 più alto in Unione Europa; un trend in controtendenza rispetto a quello segnato dagli altri Paesi.
La situazione si fa ancora più complicata osservando i dati sui ricoveri ospedalieri di persone positive al Covid-19, ambito in cui Malta, sempre secondo l’ECDC, detiene il primato assoluto.
Nonostante le statistiche segnino cifre importanti, il ministro della Salute Chris Fearne ha voluto specificare che al momento la situazione è sotto controllo. Times of Malta riporta infatti che le terapie intensive negli ospedali sono lontane dall’essere intasate, con un solo posto letto occupato nella giornata di giovedì.
Il ministro della Salute ha ricordato inoltre che l’arcipelago maltese è una delle poche nazioni a livello europeo a testare ogni paziente che viene ricoverato in ospedale, anche nel caso in cui non presenti sintomi da Covid-19. Una strategia che, secondo Fearne, risulta cruciale per evitare che il Mater Dei non corra il rischio di sviluppare epidemie interne, con risultati che potrebbero rivelarsi catastrofici.
Fuori dagli ospedali, intanto, il Covid-19 sta colpendo anche il personale impiegato nelle attività commerciali. Negli ultimi sei mesi Malta ha intrapreso un percorso che è andato ad allentare tutte le restrizioni vigenti, cercando di affidare ai singoli cittadini le responsabilità e puntando sul concetto di autogestione (a tal proposito va sottolineato come i tamponi fai-da-te possano alterare le statistiche in mano al governo, restituendo dati al di sotto della reale situazione).
Questa politica, accolta inizialmente con gioia, soprattutto nel settore turistico e in quello della ristorazione, sta però incontrando difficoltà in questo momento, con intere attività commerciali “paralizzate” dall’assenza dei dipendenti, bloccati a casa dal Covid-19.
«L’attuale picco di contagi sta inevitabilmente portando a un’impennata di assenze per malattia, superiore a quella normalmente registrata in questo periodo dell’anno. Questo sta causando interruzioni nell’attività di molte aziende che, oltre a gestire le assenze, sono anche preoccupate per la diffusione del virus tra i dipendenti e i clienti» ha affermato Joseph Farrugia, direttore della Malta Employers’ Association (MEA) al Times of Malta.
In alcuni contesti le stesse attività commerciali, continua Farrugia, stanno auto-introducendo limitazioni per tamponare la diffusione del virus: «Alcune stanno pensando di reintrodurre l’uso di mascherine sul posto di lavoro, per esempio. Il problema è aggravato dal fatto che alcuni settori, in particolare quello del turismo, soffrono di una grave e costante carenza di personale e questo sta portando a un ridimensionamento delle operazioni per alcuni di essi».
Ricordiamo infatti che, al di là del boom di contagi, moltissime attività commerciali dell’arcipelago soffrono da tempo del problema della mancanza di personale. Una situazione che, in piena stagione turistica, quindi, sta mettendo a dura prova gli operatori del settore, con risposte che devono essere trovate in fretta, prima che un intero settore vada criticamente in affanno.