La Water Services Corporation (WSC) ha dato ufficialmente il via al Piano nazionale decennale da 310 milioni di euro che promette di «rivoluzionare» la gestione e la sostenibilità del settore idrico e delle acque reflue a Malta, affrontando criticità come la scarsità d’acqua e il cambiamento climatico.
Il piano, che insieme al supporto del Ministero ha anche ottenuto anche quello dell’Europa con lo stanziamento di 126 milioni di euro di fondi Ue (pari al 41% dell’intero importo), offre inoltre un quadro strategico per gli investimenti nella produzione, distribuzione e trattamento delle acque reflue, con l’obiettivo di soddisfare le crescenti richieste della popolazione e dell’economia locale.
«Nel 2023 abbiamo registrato risultati record nella produzione idrica, nella fatturazione, nella riduzione delle perdite e negli investimenti, culminati nel miglior anno finanziario per la WSC» ha dichiarato il ministro dell’Energia, Miriam Dalli, in conferenza stampa con l’amministratore delegato dell’azienda, Karl Cilia.
Dalli ha anche spiegato che, in conformità con le normative UE, il Piano nazionale 2023-2033 include il rafforzamento dell’infrastruttura idrica che farà strada a un sistema di gestione dell’acqua più “green”, efficiente e sostenibile, promuovendo al contempo il concetto di economia circolare e il riutilizzo dell’acqua depurata.
Prevista anche una revisione di diversi serbatoi, il potenziamento di numerosi impianti di osmosi inversa e del sistema di drenaggio, oltre all’incremento della produzione e della qualità dell’acqua.
Infatti, sebbene l’acqua del rubinetto a Malta sia potabile e risulti in linea con le normative europee, molti cittadini lamentano ancora problemi con il sapore, che varia a seconda della vicinanza o meno agli impianti di osmosi inversa. In poche parole: più la propria abitazione è distante dagli impianti, più l’acqua potrebbe avere un sapore meno piacevole. Per questo si parla di un potenziamento al serbatoio di Ta’ Qali, verso il quale dovrebbero convogliare tutte le fonti acquifere per essere miscelate e poi distribuite nelle varie case.
«Questo testimonia il nostro impegno nel garantire i più elevati standard di qualità e servizio di fornitura dell’acqua» ha dichiarato Cilia, aggiungendo: «La nostra attenzione alla tecnologia e all’innovazione ci porterà a raggiungere livelli di efficienza e sostenibilità senza precedenti».
Il Ministero ha riassunto in numeri i risultati raggiunti dalla WSC nel 2023, che hanno visto una progressiva riduzione della “Non-Revenue Water” (acqua che viene dispersa prima di raggiungere la destinazione finale) pari a -3,5% rispetto all’anno precedente, mentre l’efficienza della rete si attesta ora al 72,7%, (nel 2011 era del 52%).
Risultati incoraggianti anche nell’indice complessivo di perdite infrastrutturali che, rispetto al 13% del 2013, scende al 9,5% della produzione idrica.
Risolti e risarciti oltre cento casi di clienti che hanno subito il “furto” dell’acqua.
La produzione di acqua ha raggiunto i 36.7 milioni di metri cubi (la più alta degli ultimi 20 anni), per soddisfare la crescente domanda di un’economia e di un settore turistico in forte espansione. Anche gli agricoltori hanno potuto beneficiare di un ingente quantitativo di risorse idriche, pari a 1.6 milioni di metri cubi.
Tra le migliorie, anche la riduzione dei livelli di cloro nell’acqua, ridotti del 30% nel 2023.