È da ormai diverso tempo che vi raccontiamo come i cittadini e l’Amministrazione comunale di Gzira abbiano detto “no” alla realizzazione di una stazione di servizio che, secondo i piani originari della Lands Authority, avrebbe dovuto occupare una superficie da 902 metri quadri dei giardini pubblici Yacht Marina Garden, una delle poche aree verdi rimaste nella cittadina.
Nella mattinata di mercoledì è arrivata la decisione della Corte d’Appello che ha confermato la sentenza dell’Administrative Review Tribunal per il riesame amministrativo che già, nel corso dei mesi scorsi, aveva sancito l’annullamento della decisione dell’Ente Territoriale di revocare l’affitto al Consiglio Comunale.
La battaglia legale del Consiglio e del sindaco di Gżira, Conrad Borg Manché, ha avuto infatti inizio dopo la notifica improvvisa della Lands Authority, priva di alcuna delucidazione riguardo le motivazioni di tale atto, che aveva di fatto annullato il contratto revocando l’affitto dell’area trovando, però, la resistenza del primo cittadino e degli abitanti che, dopo aver raggiunto oltre 8.000 firme sulla petizione, si sono affidati al principio legale dell’Autotutela per salvaguardare l’ultimo polmone di Gzira.
L’ennesimo atto, che si è consumato proprio nella mattinata di ieri, ha quindi visto la Corte confermare come l’autorità territoriale non abbia perseguito “un livello elevato di trasparenza, ragionevolezza e rispetto per la giustizia naturale” nel decidere di procedere con la revocazione senza alcuna opera di consultazione con il Consiglio locale, nonostante l’impatto che tale decisione avrebbe esercitato sui cittadini, aggiungendo come:
«La funzione di un’autorità pubblica dovrebbe essere quello di gestire il suolo pubblico nell’interesse del bene comune. La decisione dell’Autorità del territorio non è un atto di buona amministrazione, soprattutto considerando che il Consiglio locale è un organo rappresentativo che deve rispondere ai residenti che rappresenta per qualsiasi decisione che si oppone o approva»
Durante l’udienza è emersa la concitazione del Consiglio riguardo l’operato del governo che ha mostrato, a più riprese, il desiderio di mettere le mani sui giardini dando vita ad una lotta senza quartiere come riportato anche dal sindaco Borg Manché, da diversi mesi criticato dagli appartenenti del PL per essersi opposto al volere del partito, che ha spiegato come la rappresentanza dell’Ente Territoriale assunta dal presidente del Partito Laburista, Ramona Attard, abbia profondamente deluso la popolazione:
«Sono sconvolto dal fatto che ci siano persone all’interno del Partito laburista disposti a vendere, sacrificare e umiliare i loro fratelli appartenenti allo stesso partito per seguire il volere di un uomo d’affari. È inconcepibile che un partito di stampo socialista non dia priorità all’ambiente e che al suo interno molte persone siano pronte a distruggere il polmone di Gzira»
Pertanto il tribunale ha accolto le motivazioni del ricorso del consiglio fondate sulla mancanza di consultazioni dell’Ente con i rappresentanti consiliari, in violazione del principio giuridico del contraddittorio, e l’assenza di motivazioni e comunicazione da parte della LA.
Inoltre, la “cattiva amministrazione” perpetuata dall’Autorità sul demanio pubblico poggiando le proprie azioni su “considerazioni irrilevanti e inopportune”, ha spinto così la Corte a respingere le varie obiezioni dell’Ente, compreso il tentativo di asserire che il tribunale non abbia giurisdizione sull’accordo contrattuale siglato con il Consiglio locale e che non sussistesse alcun obbligo di motivare la propria decisione.
Al momento, l’ambiente sembra aver avuto la meglio sulle logiche economiche celate nelle retrovie dell’operato dell’Ente Territoriale, con il sindaco Borg Manché che esulta insieme agli abitanti di Gzira, ringraziando coloro che hanno preso parte a questa “battaglia”.