Il caso del femminicidio di Bernice Cassar, uccisa per strada martedì 22 novembre presumibilmente dal marito, è solo la punta di un iceberg fatto di violenze domestiche denunciate, urlate, segnalate in tutto l’arcipelago, e purtroppo spesso anche taciute.
Secondo i dati della polizia riportati da Times of Malta, questo tipo di reato sarebbe infatti cresciuto del 70% negli ultimi 9 anni. Partendo dal 2013, quando le denunce per violenza domestica sono state 1.024, il numero è salito vertiginosamente fino a toccare quota 1.741 nel 2021. Ma c’è di più: da allora, il trend sarebbe costantemente in ascesa. E il 2022 potrebbe non essere da meno, con 1.480 casi già registrati tra gennaio e ottobre.
All’enorme incremento degli episodi va aggiunta anche la scarsa preparazione delle autorità nell’affrontarli. La macchina della giustizia sarebbe infatti ingolfata non solo dal volume delle denunce da smaltire, ma anche dalla mancanza di procedure collaudate ed efficienti. Un recente articolo di Malta Today pone l’accento su una serie di difficoltà legate all’Unità di Violenza Domestica della polizia, portate alla luce da una fonte anonima operativa all’interno dello stesso Corpo secondo la quale le denunce sarebbero gestite in ordine di arrivo, invece che per gravità.
Questo creerebbe grossi problemi soprattutto alle persone realmente in pericolo, che potrebbero vedersi gestire la propria segnalazione dopo le pratiche di minore rilevanza, solo perché arrivate prima sulla scrivania dell’ispettore di turno.
A proposito di ispettori, al momento la sezione dedicata alle violenze domestiche ne conterebbe 4, dopo il recente incremento di un’unità. Un innesto che potrebbe servire a ben poco, senza coordinazione. Oltretutto, a quanto pare, ognuno di loro avrebbe il compito di seguire casi provenienti da tutto l’arcipelago, senza suddivisione per territori.
Non finisce qui: l’Unità sarebbe oberata di lavoro anche per altri motivi. Tra tutti, l’ampio ventaglio dei vari reati etichettati come violenza domestica, che vanno dai “semplici” insulti al tentato omicidio, passando per la violenza psicologica o economica. Senza dimenticare il supporto che l’Unità deve garantire nel caso di indagini per omicidio.
L’enorme aumento di denunce potrebbe però essere niente in confronto a quanto accade realmente nelle case dei maltesi. Un rapporto pubblicato dall’Unione Europea lo scorso anno indica infatti che più o meno il 30% dei maltesi tende ad intervenire se testimone di violenze ai danni di una donna. Percentuale che crolla al di sotto del 20% nella situazione in cui a rischiare è un uomo. Le cifre sono tra le più basse dell’UE.
Di tutte le denunce e dei casi “invisibili” di violenza domestica, è impossibile sapere quanti e quando potrebbero sfociare in tragedia, per questo è di assoluta importanza che le autorità agiscano prontamente e facciano di tutto per proteggere i soggetti fragili, prima che sia troppo tardi.