Delle riprese girate all’interno di alcune aree del St. Luke’s Hospital, hanno mostrato lo stato di degrado in cui versa uno dei tre ospedali pubblici che avrebbero dovuti essere ristrutturati con ingenti investimenti, parte dell’accordo multimilionario di privatizzazione siglato nel 2015 tra governo e Vitals Global Healthcare, a cui è subentrata Steward Healthcare poi.
Il tutto è emerso a meno di una settimana dalla sentenza della Corte che lo scorso venerdì ha annullato l’accordo, dichiarando che le strutture sanitarie dovrebbero essere restituite al governo a causa degli “intenti fraudolenti” e del fallimento degli obiettivi contrattuali da parte di entrambi i consorzi.
Ed è proprio quest’ultimo aspetto ad emergere dai filmati diffusi dall’emittente del partito nazionalista, in cui si intravede l’evidente stato di abbandono in cui versano alcune aree del St. Luke’s Hospital, la struttura che, insieme alle altre, avrebbe dovuto essere rimessa a nuovo per diventare anche un punto di riferimento del turismo medico sull’isola.
Dopo che il leader del PN, Bernard Grech, martedì aveva guidato i media locali in un sopralluogo presso l’ospedale, mostrando il degrado di alcune aree esterne della struttura causato dalla mancanza degli investimenti promessi dalle società che avevano stretto accordi con il governo, tra persiane rotte, vetri spaccati e piccioni liberi di circolare, anche le zone interne all’edificio non sembrano essere da meno. Il video pubblicato ieri da NET News mostra infatti stanze, corridoi e sale in una condizione di completo abbandono, tra mobili rotti, soffitti senza pannelli e materassi accatastati l’uno sopra l’altro.
«Il St. Luke’s Hospital avrebbe dovuto ospitare ben 400 nuovi posti letto per i pazienti maltesi. Ma queste riprese confermano chiaramente che nessuno di questi investimenti è stato fatto, anzi, l’edificio è stato letteralmente lasciato al degrado» scrive il media dei nazionalisti, indignato per i soldi dei contribuenti spesi per siglare accordi con le società che «non hanno fatto nulla per aiutare il popolo maltese e gozitano», aggiungendo che «Vitals Global Healthcare e Steward Healtchare hanno percepito la somma di 30 milioni di euro all’anno che poi sono saliti a 60 milioni di euro, 70 milioni di euro e quest’anno Robert Abela e il gabinetto dei ministri hanno approvato la sovvenzione di 80 milioni di euro, sempre provenienti dalle tasse dei cittadini derubati da un patto corrotto tra il governo laburista e le due società straniere».
Nel 2015, sotto il governo di Joseph Muscat, il Gozo General Hospital, il St. Luke’s Hospital e il Karin Grech Hospital furono affidati alla Vitals Global Healthcare che non aveva precedenti esperienze nella gestione ospedaliera. L’operazione fu gestita da Konrad Mizzi, l’allora ministro della Salute.
Sull’orlo della bancarotta e nell’incapacità di mantenere gli impegni promessi nell’accordo che prevedeva un investimento di 200 milioni di euro nei tre ospedali, due anni dopo la concessione passò nelle mani di Steward Healthcare che, a sua volta, poco fece per migliorare la condizione delle strutture sanitarie ed adempiere agli obblighi contrattuali. Anche in quel caso l’accordo fu gestito da Mizzi, malgrado non fosse più al comando del Ministero della Salute, e che integrò una clausola che vedeva lo Stato riconoscere 100 milioni di euro al colosso americano qualora l’accordo fosse fallito.
Lo scorso venerdì entrambe le aziende sono state giudicate colpevoli di aver agito in modo fraudolento in più fasi. Le 140 pagine della sentenza affermano che prima che il governo rendesse nota l’intenzione di privatizzare gli ospedali, gli azionisti di Vitals Global Healthcare avevano già concluso e tenuto nascosto un memorandum d’intesa con il governo, dimostrando così la loro azione fraudolenta. Un apparente conflitto di interesse che avrebbe dovuto portare alla sua esclusione dalla concessione, cosa che non si verificò.
Lo scorso lunedì 27 febbraio, una folta folla di cittadini si è riunita fuori dal Parlamento, dove il partito nazionalista aveva organizzato una manifestazione per chiedere la restituzione al popolo degli ospedali privatizzati ed alla quale sono seguiti momenti di forte tensione all’uscita dei dei deputati laburisti, accolti dai cittadini in protesta al grido di “corrotti”.
Ieri, invece, gli attivisti della Ong Repubblika guidati da Robert Aquilina, si sono radunati fuori dall’ufficio dell’ex primo ministro Joseph Muscat, dove è stato dispiegato un gigantesco striscione rosso riportante la scritta “Korruzzjoni” ed un altro cartello con la scritta “Joseph Muscat Prim Korrott”.