Un fiume di gente ha affollato Piazza Castille a Valletta lunedì sera, tutti uniti dalla volontà che venga fatta giustizia per Jean Paul Sofia, il giovane che ha tragicamente perso la vita lo scorso dicembre nel crollo di un edificio in un cantiere edile a Kordin.
La sete di verità non ha fatto desistere il pubblico che ha risposto numeroso all’appello della veglia collettiva, lanciato nei giorni scorsi da una tenace Isabelle Bonnici, madre della vittima; neanche l’annuncio del dietrofront del Primo Ministro Robert Abela, avvenuto pochi minuti prima del raduno, che in diretta nazionale ha dato il via all’apertura di un’inchiesta pubblica, cedendo alle pressioni della famiglia Sofia e di un’intera nazione che aveva risposto con profonda rabbia ed indignazione al “sì” del Parlamento ad un’inchiesta magistrale. Fu proprio da quella decisione, infatti, che nacque l’iniziativa di Bonnici.
Il cambio di direzione annunciato da Abela non è quindi riuscito a placare l’ormai diffuso malcontento da parte dei cittadini nei confronti di un’industria, quella delle costruzioni, che da troppo tempo opera senza regole, standard o controlli, mietendo vittime innocenti per le quali nessuno sembra esserne mai responsabile.
L’ultimo a pagare con la propria vita è stato il 26enne Mohammed Kasem Hashem Alkhateeb, che lunedì si è spento in ospedale dopo quattro giorni di agonia, dopo essere precipitato dall’alto di un cantiere edile di Rabat.
In una Piazza Castille intrisa di tensione ed emozione, con i gradini che si sono illuminati della luce di numerose candele portate dai presenti, Isabelle Bonnici ha preso la parola ricordando ancora una volta che «Non si tratta di “credo politico”, l’unico colore che conta è quello dell’amore (..) Sono certa che Jean Paul stia organizzando una festa in questo momento, vedendoci tutti uniti nel colore dell’amore».
La mamma della giovane vittima ha poi sottolineato l’importanza di continuare a “farsi sentire” affinchè il Paese cambi le leggi e non ci siano più morti nei cantieri edili. Bonnici ha poi ringraziato sia il Primo Ministro che il leader dell’opposizione, dichiarando di essere stata contattata da Robert Abela poche ore prima della veglia per informarla dell’avvio di una inchiesta pubblica sulla morte del figlio.
Ma è proprio verso la conclusione della veglia che la folla di manifestanti presente si è scagliata con ferocia contro lo stesso Abela mentre lasciava Castille dopo la diretta in cui annunciava il cambio di marcia del governo, accompagnandolo verso l’auto al grido di “Vergognati” e “Mafia”.
Il dietrofront – ha fatto sapere il Primo Ministro – arriva dopo che il giudice responsabile dell’inchiesta magistrale votata dai laburisti in Parlamento la scorsa settimana, ha richiesto un’ennesima proroga, estendendo ulteriormente il periodo di indagine che si sarebbe dovuta già chiudere lo scorso febbraio.
Pur rimanendo convinto che l’inchiesta magistrale sia la soluzione giusta per ottenere giustizia, Abela si è detto infastidito dei continui ritardi accumulati dalla magistratura, ripiegando su un’inchiesta pubblica richiesta dai cittadini, dalla famiglia della vittima e da un Paese che dopo sette mesi non può permettersi di attendere ulteriormente.