È una delle storie che non si vorrebbero mai più sentire quella della povera Wincey, il dalmata abbandonato a sé stesso sul terrazzo di casa dai suoi proprietari fuori per vacanze, gli stessi che si sarebbero dovuti prendere cura di lei e che si sono invece trasformati nei peggiori aguzzini.
Siamo in primavera, il Covid-19 sembra ormai sempre più un lontano ricordo e cresce la voglia di viaggiare, di muoversi, di ritornare a quella lontana ma mai dimenticata “normale spensieratezza”. Vale per tutti, ma non per Wincey, che di quei tempi “leggeri” sembra non averne mai conosciuto neanche l’ombra. Lo dice la sagoma del suo corpo, ridotta ormai ad un pugno di traballanti ossa, lo dicono i suoi occhi, cerchiati e spenti, con la tristezza tipica di chi è stato vigliaccamente tradito ed abbandonato.
Costretta a trascorrere giornate, notti intere (non se ne conosce il numero esatto), senza né cibo né acqua, quanto basta ad aver ridotto il cane ad un fantasma a quattro zampe, salvato solo dagli occhi “gentili” di una segnalazione anonima fatta all’Ente per la protezione animali, che ha provveduto a strappare da quel maledetto terrazzo la povera Wincey, ora tra le amorevoli braccia dei volontari dell’AAA, l’associazione per gli animali abbandonati che se ne sta prendendo cura dopo aver reso nota la terribile vicenda.
«Con ogni osso del suo corpo in mostra, il cane stava letteralmente morendo di fame. Era così debole che poteva a malapena camminare» riportano sui social i volontari di AAA, che hanno anche reso noto come la povera cagnolina fosse inoltre ricoperta da piaghe da decubito a causa della lunga permanenza sul cemento.
«Questo cane ha conosciuto solo una vita di inferno e abbandono. Ora però è al sicuro e non soffrirà mai più per la fame o per il dolore. Abbiamo intenzione di mantenere il suo nome originale, Wincey, anche se lei non ne ha idea visto che non reagisce quando la chiamiamo» aggiunge l’associazione, determinata a portare il caso in tribunale, sperando venga fatta giustizia.
«L’ultima sentenza in appello in merito ad un caso simile, relativa ad un cane che ha trascorso l’intera vita sul tetto di una casa dove è poi morto, è stata a dir poco triste. È stato evidente che il magistrato non fosse la vittima, altrimenti la sentenza sarebbe stata diversa» conclude il post diffuso su Facebook dai volontari dell’AAA.
Nonostante le prime difficoltà fisiche ad abituarsi alla “nuova vita”, l’associazione rassicura che Wincey non ha fortunatamente riportato lesioni agli organi o altro, e si spera quindi possa rimettersi presto.
Le vicende sui canili lager che hanno sconvolto il pubblico nei mesi scorsi, insieme al grido disperato lanciato di recente dalle associazioni per la difesa degli animali, rendono sempre più urgente la necessità di fronteggiare la triste piaga dei maltrattamenti e dell’abbandono degli animali.