Presi ripetutamente a calci alla testa e alle costole da un gruppo di adolescenti sulle strade della capitale. È quanto accaduto sabato sera nel cuore di Valletta dove, per cause ancora sconosciute, quattro minorenni sono stati aggrediti da alcuni teppisti più grandi di loro mandandone uno in ospedale con una gamba rotta.
La polizia ha parlato di una rissa scaturita tra due bande di giovani, tuttavia, il genitore di una delle vittime, ha riferito a Times of Malta che si tratterebbe di una violenta aggressione non “provocata”. Secondo la ricostruzione fornita dall’uomo sembrerebbe infatti che gli adolescenti, parte di un gruppo di scout riunitosi per cenare assieme sabato sera nella zona di Merchants Street a Valletta, siano stati avvicinati da quattro diciottenni maltesi che li hanno picchiati senza motivo, “frenati” solo da alcune ragazzine che erano con loro, per poi darsi alla fuga prima dell’arrivo delle forze dell’ordine.
«È terribile. Viviamo in un Paese in cui i nostri figli non possono uscire da nessuna parte senza correre dei rischi», ha dichiarato a Lovin Malta la madre di uno dei ragazzi aggrediti che, insieme al resto dei genitori, ha chiesto alle autorità maltesi di «assicurarsi che i responsabili non la facciano franca e di garantire alle vittime che non saranno di nuovo prese di mira dai teppisti».
In un incontro con i giornalisti che ha avuto luogo nella giornata di lunedì 23 gennaio, il Primo ministro Robert Abela ha condannato il vile gesto, ed ai microfoni del Times of Malta ha sottolineato come casi simili si siano verificati purtroppo con una certa frequenza negli ultimi anni, tanto da spingerlo a dichiarare che, se fino a poco tempo fa si sentiva “tranquillo” a lasciare che sua figlia di 10 anni passeggiasse per Valletta, dopo ciò che è accaduto lo scorso sabato, non si sentiva più così tanto “a suo agio”.
Abela ha inoltre esortato i tribunali a rivedere la “politica” con cui vengono emesse le sentenze, affinchè chi delinque abbia una giusta condanna che scoraggi il perpetuare di ulteriori episodi criminali: «la nostra società deve ritrovare quel senso di sicurezza per cui il nostro Paese è noto».
Oltre a richiedere una maggiore presenza di poliziotti nella capitale, il Primo ministro ha sottolineato che parte della responsabilità di ciò che accade deve essere anche nelle mani dei cittadini: «Mi rivolgo anche ai genitori affinché siano responsabili quando crescono i propri figli. Sono responsabile di assicurarmi che mia figlia cresca con i valori del rispetto verso tutte le persone» ha affermato al quotidiano maltese.
Abela ha poi concluso ricordando di aver fornito ai tribunali e alle forze dell’ordine tutte le risorse necessarie per fare bene, aumentando il numero di magistrati e giudici, quello delle aule di tribunale e delle attrezzature: «ora tocca a loro fare in modo che utilizzino al meglio ciò che gli è stato fornito».