La storia ha dell’incredibile. Dopo essere stata spinta a vaccinarsi da parte dell’azienda in cui lavora, una giovane impiegata ha ricevuto l’obbligo di sottoporsi al test anti Covid-19 ogni settimana.
Oltre all’assurdità ed alla pericolosità di dover subire un tampone rino-faringeo così frequentemente, la ragazza dovrebbe persino sostenerli a proprie spese dato che non possiede ancora la e-ID card maltese.
Il datore di lavoro in questione non è una piccola azienda a conduzione familiare, ma una conosciutissima compagnia maltese leader nel settore dell’intrattenimento e del tempo libero.
La ragazza al momento risulta sospesa dal lavoro a tempo indeterminato; per la legge infatti non è (ancora) possibile licenziarla in tronco, in quanto la vaccinazione contro il Coronavirus non risulta essere obbligatoria in Europa.
Sembrerebbe inoltre che un altro dipendente che lavorava in una palestra di proprietà dell’azienda sia stato allontanato per lo stesso motivo.
Nelle scorse settimane, in diversi Paesi, il fronte dei contrari alle vaccinazioni anti Covid-19 è sceso in campo per manifestare il proprio dissenso nelle piazze delle principali città europee; lo scorso sabato è toccato anche a Valletta.
E’ bene ricordare che definire “No Vax” chi protesta contro l’imposizione dei vaccini anti Covid è troppo generico. Buona parte dei manifestanti, infatti, non è assolutamente contraria ai vaccini “tradizionali”. Molti di loro hanno sottoposto i propri figli alle vaccinazioni sin dall’infanzia; altri si sottopongono regolarmente al vaccino antinfluenzale stagionale.