Di fronte agli eurodeputati accorsi in visita a Malta, il Procuratore Capo dell’Anticorruzione Europeo (EPPO), Laura Codruţa Kövesi, ha rilasciato dichiarazioni forti nei confronti delle autorità nazionali dello stato insulare, ree secondo l’organismo di controllo della criminalità finanziaria dell’UE di non aver compiuto passi avanti verso la denuncia dei crimini legati alla corruzione.
Infatti, come riportato da EUObserver, Kövesi ha spiegato come durante le sue visite sia stato complicato addirittura identificare l’organismo preposto a perseguire la condanna di questi reati: «Ho avuto incontri con le autorità nazionali di Malta e dopo due giorni è stato molto difficile per me identificare l’istituzione responsabile dell’individuazione dei reati. Non sono stati in grado di rispondere a semplici domande. Tutte le autorità ci hanno risposto “non siamo noi ad occuparcene. Sono loro”».
La Procura europea è stata istituita nel 2017 con l’obiettivo di indagare e perseguire casi di truffe che coinvolgono fondi dell’UE superiori a 10.000 euro, nonché casi di frode IVA transfrontaliera di grandi dimensioni. Nei successivi due anni, Kövesi ha coperto il ruolo di primo procuratore capo.
Tutti gli Stati membri dell’UE, ad eccezione di Irlanda, Ungheria, Polonia e Svezia, hanno aderito e sostenuto il progetto avviato nel giugno 2021 con un pubblico ministero per ciascuno Stato membro dell’UE. Ad oggi questo organismo ha sequestrato circa 147 milioni di euro di beni, effettuato arresti e 515 indagini in attivo per un totale di circa 5,4 miliardi di euro di danni.
In questo momento Malta risulta essere l’unico membro partecipante che deve ancora aprire un’indagine anti-corruzione a fronte dei 576 casi aperti dagli altri Stati membri.
A tal riguardo, sempre il Procuratore Capo dell’EPPO, ha ribadito l’importanza di confrontarsi con le autorità, senza risparmiarsi una frecciatina nei confronti delle autorità maltesi: «Stiamo cercando di parlare con tutti gli Stati membri e spiegare come procedere, ma ad essere onesti, se gli Stati membri non fanno il loro lavoro non ci è permesso di entrare in azione al posto loro. Purtroppo alcuni sostengono l’EPPO solo con le parole e non con i fatti».
Malta dispone di varie autorità coinvolte nella lotta contro la frode, dal dipartimento investigativo sui crimini finanziari al dipartimento di audit interno e investigazioni (IAID) dell’ufficio del primo ministro, fino ad arrivare all’unità di analisi dell’intelligence finanziaria. Tra questi organismi chiamati a rispondere alle accuse provenienti da Lussemburgo, vi è anche la figura di Yvonne Farrugia, ex ispettore delle forze di polizia maltesi nominata il 29 maggio 2020 dal Consiglio dell’Unione Europea in qualità di primo procuratore europeo per Malta presso l’EPPO.
Infine l’invito e la chiosa conclusiva del Procuratore Capo Kövesi sull’importanza di combattere insieme la piaga della corruzione: «Se appartieni ad un gruppo di criminalità organizzata e sai che il livello di rilevamento in uno Stato membro è molto basso, ti piacerebbe operare in quello Stato membro perché le probabilità di essere indagati sono più basse. Questo procedimento pone le basi per la corruzione che, a sua volta, incide sulla qualità della vita delle persone. Se non cerchi le prove, non puoi trovarle, in particolare per le frodi sulle entrate».
Ora la palla passa alle autorità e alle istituzioni maltesi che dovranno cercare di arginare il problema evidenziato da Kövesi sulla lotta alla corruzione.