Sono in aumento le emissioni di gas serra nell’Unione Europea, anche se i livelli rimangono ancora al di sotto di quelli registrati nel periodo pre-Covid.
Secondo le stime di Eurostat, infatti, nel primo semestre del 2022, le emissioni di gas a effetto serra hanno raggiunto 1,029 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente (CO2-eq); un dato che registra il 7% in più rispetto a quello del 2020 ed il 6% in più confrontato con il 2021.
Un incremento che, secondo il rapporto fornito dall’Ente europeo, sarebbe dovuto agli effetti della ripresa economica dopo la forte diminuzione delle attività causata dalla pandemia.
In linea generale, tra gennaio e marzo di quest’anno, i settori economici responsabili della maggior quantità di emissioni di gas serra sono stati quello delle famiglie (24%), dell’elettricità e dell’approvvigionamento di gas (21%) e dell’industria manifatturiera (20%), seguiti dall’agricoltura (12%) e dai trasporti e stoccaggio (10%). Nessun comparto economico ha conosciuto diminuzioni delle emissioni, mentre gli incrementi maggiori sono stati registrati nel settore dei trasporti e stoccaggio (+21%), in quello minerario (+15%) e nelle costruzioni (+11%).
I conteggi delle emissioni di gas serra includono anche le famiglie, intese come consumatrici direttamente responsabili delle pressioni ambientali. In questa categoria rientrano, ad esempio, le emissioni generate da un’automobile di proprietà privata.
Le emissioni sono aumentate in quasi tutti gli Stati membri dell’UE, ad eccezione dei Paesi Bassi e della Finlandia, che hanno registrato diminuzioni del 9% e dell’1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ben al di sotto della media UE (+5,7%) si sono posizionate Lettonia, Repubblica Ceca, Germania, Danimarca, Lussemburgo e Slovacchia.
In testa alla classifica dei Paesi in cui si sono registrate le maggiori emissioni di gas a effetto serra, confrontate con quelle del periodo gennaio-marzo 2021, troviamo invece la Bulgaria (+38%), seguita da Malta (+21%) e dall’Irlanda (+20%).