Il commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa Dunja Mijatović ha invitato Malta ad abrogare la legge sull’aborto rafforzando i diritti delle donne, a proteggere la vita e la dignità di rifugiati, richiedenti asilo e migranti e a fare definitivamente giustizia per l’omicidio di Daphne Caruana Galizia, garantendo la sicurezza dei giornalisti e salvaguardando la libertà dei media.
Nel rapporto pubblicato martedì in seguito alla visita a Malta dello scorso ottobre, Mijatović ha elencato una serie di raccomandazioni che il Paese dovrebbe mettere in atto, partendo con il «rafforzare i diritti delle donne e l’uguaglianza di genere attraverso ulteriori riforme, inclusa l’adozione senza indugio della legge sull’uguaglianza e della legge della Commissione sui diritti umani e l’uguaglianza».
Secondo il commissario europeo, il divieto di aborto mette a serio rischio non solo il diritto delle donne alla salute, ma anche il loro diritto alla vita, ad essere libere da torture e maltrattamenti, da discriminazioni, ed il loro diritto alla privacy.
«È tempo che le Autorità maltesi abroghino le disposizioni che criminalizzano l’aborto, sviluppino una regolamentazione completa dell’accesso delle donne all’aborto legale e sicuro e migliorino la disponibilità di servizi di salute sessuale e riproduttiva», afferma Mijatović, sottolineando che «dovrebbe essere fornita un’educazione sessuale completa obbligatoria, garantendo la disponibilità e l’accessibilità economica dei contraccettivi e salvaguardando il diritto all’assistenza sanitaria alla luce del rifiuto di prestare assistenza per motivi di coscienza».
Sempre in riferimento ai diritti delle donne, il commissario europeo evidenzia che «gli atteggiamenti e gli stereotipi patriarcali riguardanti i ruoli e le responsabilità delle donne e degli uomini nella famiglia e nella società continuano a porre le donne in una posizione di svantaggio in diversi settori, tra cui il mercato del lavoro e alla partecipazione al processo decisionale politico e pubblico. Le Autorità dovrebbero mettere in atto una politica globale per superare questa situazione sostenendo attività di sensibilizzazione e promuovendo l’uguaglianza di genere e i diritti delle donne».
Il rapporto prosegue anche sulla vicenda dell’assassinio di Daphne Caruana Galizia, la giornalista uccisa da un’autobomba nel 2017, i cui colpevoli sono ancora a piede libero.
«Le Autorità devono continuare le loro indagini per identificare tutte le persone coinvolte nell’omicidio di Caruana Galizia, garantendo che i responsabili siano incriminati e che sia fatta giustizia. Il rapporto sull’inchiesta pubblica che ha visto lo Stato responsabile dell’assassinio di Daphne Caruana Galizia fornisce una solida base per effettuare cambiamenti vitali».
Il commissario raccomanda inoltre una risposta coordinata alle minacce e agli attacchi scagliati nei confronti dei giornalisti, anche online, e una maggiore sensibilizzazione tra le forze dell’ordine.
«Si invitano le Autorità, anche al più alto livello politico, a prendere una forte posizione pubblica contro gli attacchi ai giornalisti, astenendosi da qualsiasi comportamento che inneggi a manifestazioni di odio contro di loro».
Per quanto riguarda la tematica migranti e richiedenti asilo, Mijatović chiede a Malta di rafforzare l’impegno e garantendo un coordinamento efficace delle operazioni di ricerca e soccorso.
«I disaccordi con altri Stati membri sulle responsabilità di sbarco non dovrebbero mai mettere a rischio i diritti umani, incluso il diritto alla vita, o esentare le Autorità dai loro obblighi di non respingimento».
Il commissario ricorda inoltre che «la Libia non è un luogo sicuro per lo sbarco ed esorta le Autorità maltesi a sospendere le attività di cooperazione in atto con la guardia costiera libica fino a quando non ci saranno chiare garanzie del loro rispetto dei diritti umani. Inoltre, Malta dovrebbe adottare misure immediate per evitare la detenzione arbitraria di richiedenti asilo e migranti, garantendo che qualsiasi detenzione di bambini sia immediatamente terminata. Tutti i migranti devono essere trattati con dignità».