Mentre l’Italia cerca la strada giusta per reagire all’ennesimo femminicidio avvenuto questa volta a Portogruaro dove a perdere la vita è stata Giulia Cecchettin, a distanza di un anno dalla tragedia Malta non smette di ricordare Bernice Cassar, uccisa nei pressi della zona industriale di Kordin con 3 colpi esplosi da un fucile da caccia presumibilmente impugnato dal marito.
Diverse le similitudini tra due giovani donne che prima di perdere la vita «vivevano nel terrore» del proprio partner, come a quasi un anno di distanza hanno commentato i famigliari di entrambe le vittime, lasciate sole dalle istituzioni nonostante i campanelli d’allarme suonati ad intermittenza.
Moviment Graffitti ha indetto l’ennesima veglia a ricordo di Bernice Cilia (nome da nubile della vittima utilizzato dall’Ong non per caso), andata in scena a Paola nella mattinata di mercoledì proprio in occasione del primo anniversario della prematura scomparsa della donna.
Un appuntamento, descritto dagli attivisti come la solenne occasione per onorare la vittima e manifestare contro la violenza domestica, al quale ha partecipato anche la famiglia e la sopracitata sorella Alessia Cilia Portelli che, camminando sullo «stesso asfalto» e nello stesso momento in cui un anno prima è stato versato il sangue di Bernice, ha così commentato:
«Qualcuno deve assumersi le proprie responsabilità e chiedere scusa alla sua famiglia, soprattutto ai figli. Come potete vedere questa non è un’area remota o isolata eppure, dopo che le hanno sparato, Bernice ha trascorso sette minuti a gridare aiuto invano»
Parole strazianti raccolte da Times of Malta durante una camminata nel dolore e nella sfiducia esternata da Alessia nei confronti di un sistema che tarda a cambiare e che, negli ultimi giorni, sembra orientato a portare a 14 giorni il limite passato il quale le autorità possono intervenire legalmente a seguito dell’infrangimento di un ordine di protezione, come successe proprio nel caso di Bernice – «Non abbiamo imparato nulla? Mia sorella è stata uccisa nove giorni dopo la prima segnalazione e solo 24 ore dopo la seconda» – lo straziante commento.
Nella giornata di ieri è arrivata un’inaspettata dichiarazione del Premier Robert Abela che, raggiunto dai microfoni del quotidiano in lingua inglese, ha deciso di scusarsi per le «carenze» che il Governo ha dimostrato in occasione dell’ennesimo femminicidio:
«Voglio scusarmi in nome dello Stato per le carenze dimostrate dallo Stato e per come le funzioni del Paese abbiano deluso la vittima e la sua famiglia»
Un evento che non sarà l’unico a sostegno della difesa contro la violenza di genere organizzato da Moviment Graffitti per i prossimi giorni, a partire dall’appuntamento “Resistenza alla cultura della violenza“, originariamente previsto per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza di genere e sulle donne (sabato 25 novembre ndr.) e, a causa del maltempo, spostato alle 11:00 del giorno seguente presso la Fontana dei Tritoni a Valletta.
Questa manifestazione darà vita inoltre ad una discussione comunitaria sul tema, con invito esteso a tutti coloro che desiderassero partecipare giovedì 30 novembre alle ore 18:30 presso la sede di Moviment Graffitti ubicata presso Strait Street 67 a Valletta.