In occasione del quarto anniversario dell’assassinio di Daphne Caruana Galizia, la giornalista morta in un attentato il 16 ottobre 2017 gli attivisti di Moviment Graffitti si sono radunati sabato davanti alla centrale elettrica di Delimara, chiedendo a gran voce che sia fatta luce sulle questioni che coinvolgono la faccenda Electrogas.
Gli striscioni presenti fuori i cancelli dallo stabilimento, definito il “monumento della corruzione” riportavano la scritta “un patto intriso di sangue”, facendo chiaramente rifermento al progetto Electrogas che ha coinvolto l’ex capo dello staff dell’OPM Keith Schembri e l’ex ministro dell’Energia Konrad Mizzi in «uno degli accordi più corrotti a cui il Paese abbia mai assistito» ha affermato Robert Fenech, attivista del movimento.
La costruzione della centrale di Delimara è stata al centro di una bufera sin dal principio, ed è proprio su questo che stava indagando la giornalista investigativa al momento del suo assassinio, rappresentando quindi un valido movente per il suo omicidio.
Caruana Galizia aveva infatti scoperto una rete di corruzione che coinvolgeva Malta ed altri Paesi, portandola ad accusare pubblicamente alcuni politici e funzionari maltesi.
«Daphne Caruana Galizia ha esposto la corruzione ai più alti livelli del Governo, facendo emergere un sistema di collusioni e malaffare con alcune delle più grandi imprese dell’isola, ed è stata uccisa per questo. Non saremo mai in grado di lasciarci alle spalle questo incidente fino a quando i criminali che ha smascherato non saranno assicurati alla Giustizia e gli accordi corrotti che ha scoperto non saranno indagati» ha aggiunto Fenech nel corso della manifestazione.
Gli attivisti di Moviment Graffitti hanno inoltre ribadito le loro richieste relative alle dimissioni del ministro della Giustizia Edward Zammit Lewis, per i legami con il presunto mandante dell’omicidio Yorgen Fenech, azionista della centrale e importante uomo d’affari accusato dai Pubblici Ministeri di essere stato la mente dell’omicidio.