Tre volte in piazza nel giro di qualche mese: non si placa la rabbia degli abitanti di Gozo contro la cementificazione selvaggia.
Ieri a Victoria un gruppo di uomini e donne ha protestato contro la inarrestabile crescita edilizia mostrando cartelli con su scritto «Avete distrutto il diamante nel mezzo dell’isola» e «Smettetela di distruggere Gozo».
L’ira dei gozitani nasce anche da un recente rapporto dal quale risulta che circa 300 permessi per costruire sull’isola sono ancora in sospeso.
Al Times of Malta Catherine Camilleri, 26 anni di Għajnsielem, ha dichiarato di essere stanca di accettare che le ragioni dell’Autorità di pianificazione prevalgano su quelle dei gozitani: «Noi dobbiamo renderci conto che abbiamo voce in capitolo su ciò che accade alla nostra isola e che la costruzione dilagante non è sostenibile».
La protesta, sostenuta dall’ONG Flimkien għal Ambjent Aħjar (FAA), rientra di una serie di iniziative organizzate da un coraggioso movimento trasversale.
Secondo il coordinatore della FAA, Astrid Vella, non è possibile accettare in silenzio lo scempio del territorio: «I gozitani sono molto legati ai paesaggi iconici dell’isola e li ferisce profondamente vederli rovinati. Lo skyline di Gozo non è più dominato da bellissime chiese ma da enormi muri vuoti abusivi, facilitati dal famigerato regolamento dell’Allegato 2, che il governo si rifiuta fermamente di smantellare».
L’Allegato 2 al quale si riferisce la Vella è quello che ha dato il via libera per la costruzione fino a cinque piani nelle zone residenziali: la sua revoca è uno dei punti principali della battaglia condotta dai gozitani.
La guerra al cemento, dunque, continua.