In un discorso trasmesso in diretta lunedì sera, il Primo Ministro Robert Abela ha annunciato il cambio di rotta sull’inchiesta che dovrà fare luce sul caso di Jean Paul Sofia, il giovane che ha tragicamente perso la vita lo scorso dicembre nel crollo di un edificio in un cantiere edile a Kordin.
La scelta – ha fatto sapere Abela – arriva dopo che il giudice responsabile dell’inchiesta magistrale votata dal Parlamento la scorsa settimana, ha richiesto un’ennesima proroga, estendendo ulteriormente il periodo di indagine che si sarebbe dovuta già chiudere lo scorso febbraio.
«Il magistrato ha chiesto la proroga, da febbraio l’ha portata a marzo, da marzo l’ha portata ad aprile, da aprile l’ha portata a maggio, da maggio l’ha portata a giugno e da giugno l’ha portata a metà luglio. L’aspettativa di tutti era che ora si dovesse finalizzare» ha dichiarato il Primo Ministro, «ma sono stato informato pochi minuti fa che il magistrato e i suoi esperti non hanno ancora ascoltato alcun testimone. Per me questo non è accettabile».
«Giustizia rimandata è giustizia negata» ha sottolineato Abela, che seppur rimanga ancora convinto che l’inchiesta magistrale sia la soluzione giusta per ottenere giustizia, si è detto infastidito dei continui ritardi accumulati dalla magistratura, facendo eco alle preoccupazioni dei cittadini che si aspettano una conclusione rapida e trasparente dell’inchiesta e di un Paese che non può permettersi di attendere ulteriormente.
Per garantire ciò, ha annunciato la creazione di una commissione d’inchiesta speciale, presieduta dall’ex giudice Joseph Zammit McKeon (attuale difensore civico), affiancato dal revisore generale Charles Deguara e dal perito tecnico del tribunale, l’architetto Mario Cassar.
Questa commissione avrà il compito di esaminare attentamente l’intero processo investigativo, garantendo una valutazione obiettiva in tutte le fasi delle indagini che dovranno essere svolte secondo i criteri cardine di:
- Trasparenza assoluta in tutto il processo
- Controllo completo sulla responsabilità degli enti, autorità o altre istituzioni governative coinvolte, comprese le modalità di assegnazione del terreno dove sorgeva l’edificio crollato;
- Verifica di tutte le procedure relative alle norme di salute e sicurezza nei cantieri.
«Il pubblico deve avere fiducia che l’inchiesta sia condotta in modo imparziale e accurato» ha sottolineato Abela, rassicurando la famiglia di JeanPaul Sofia e l’intera nazione che le conclusioni e le informazioni emerse durante l’inchiesta saranno rese accessibili a tutti, ed i media, i parenti della vittima potranno assistere alle varie fasi delle indagini.
Il Primo Ministro si è inoltre scusato con tutti, in particolare con i genitori di Jean Paul Sofia per «non aver mostrato abbastanza emozioni in qualità di padre e di essere umano».
Infine, Robert Abela ha posto l’accento sull’impegno del governo per migliorare la sicurezza nei luoghi di lavoro, in particolare nei cantieri edili. Ha promesso di rafforzare le misure di sicurezza e di adottare nuove regolamentazioni per evitare futuri incidenti mortali. L’ultimo solo qualche giorno fa ha strappato la vita ad un giovane di 26 anni.
«Non possiamo permettere che tragedie come queste accadano di nuovo», ha dichiarato Abela, «Dobbiamo proteggere i nostri lavoratori e garantire che possano tornare sani e salvi a casa ogni giorno».