Dopo un lungo batti e ribatti tra le capitanerie di porto siciliane e quelle maltesi è terminata la disavventura della motonave Porto Azzurro, in carico alla Ong spagnola Proactiva Open Arms.
Durante il corso della settimana la nave, che aveva raccolto tre migranti a circa 100 miglia dalle coste libiche, era rimasta nelle acque internazionali tra Malta e l’Italia, dopo essere stata respinta dal porto di Lampedusa dalla Capitaneria di Porto italiana e dalle autorità maltesi.
Sebbene i motivi ufficiali non siano ancora stati chiariti è lecito pensare che il rifiuto dipenda dalla mancata firma, da parte della Ong spagnola, del protocollo di intesa che il Governo italiano ha varato nelle scorse settimane per le Ong che operano nel Mediterraneo in operazioni di salvataggio in mare.
In seguito al rifiuto del porto di Lampedusa la Golfo Azzurro aveva fatto rotta su Malta, ma le autorità maltesi avevano a loro volta rifiutato l’attracco, ritenendo che il porto sicuro più vicino alle operazioni di salvataggio fosse quello di Lampedusa. Ciononostante una unità navale di Transport Malta aveva raggiunto la Golfo Azzurro, dopo una richiesta da parte della motonave di sbarcare parte degli operatori «in possesso di biglietti aerei per partire da Malta».
Anche questa richiesta resta avvolta dal mistero e da più parti si era ritenuto che gli operatori della Ong volessero evitare l’incriminazione da parte delle autorità italiane per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, come recentemente avvenuto per i membri della Ong tedesca Jugend Rettet.
La situazione ha trovato una soluzione nel pomeriggio di ieri, con i vertici della Ong che hanno accettato di firmare il protocollo di intesa del Governo italiano. La Golfo Azzurro nel tardo pomeriggio di ieri era data in navigazione verso il porto della Sicilia meridionale di Pozzallo, per sbarcare i tre migranti e il personale di bordo.