Il nome di Silvio Berlusconi è immancabilmente legato al dibattito fra sostenitori e detrattori, fra chi ne encomia il valore imprenditoriale e chi ne condanna il passato giudiziario continuando a sollevare polveroni anche dopo la sua scomparsa, raccogliendo messaggi di condoglianze come il telegramma inviato da Papa Francesco ed al contempo feroci attacchi personali del tutto fuori luogo durante il periodo di lutto.
A prescindere dal colore politico, c’è da riconoscere che il lascito del Leone di Arcore continuerà a ruggire negli annali, faro dell’imprenditoria all’italiana che ha saputo varcare i confini del Paese per rimanere impressa anche nella memoria di moltissimi maltesi, soprattutto quelli cresciuti negli anni ’80 e ’90 insieme ai programmi televisivi proposti dalle reti Mediaset grazie ai quali hanno potuto conoscere ed imparare la lingua e la cultura italiana, come i programmi di varietà, i quiz show ed il leggendario Bim Bum Bam.
Il legame tra Berlusconi e Malta può essere riassunto anche con l’espressione usata dal Partito Nazionalista, che nell’articolo a lui dedicato su Net News l’ha descritto come «un grande amico di Malta», mentre il suo leader Bernard Grech l’ha ricordato in un Tweet come «nostro alleato quando Malta ha iniziato il suo percorso di adesione all’Unione Europea».
L’ex primo ministro Eddie Fenech Adami, con il quale Berlusconi aveva dato vita al periodo d’oro del rapporto tra l’Italia e l’isola dei crociati, sfociato in svariati finanziamenti e all’accordo in tema d’immigrazione stretto con il successore Lawrence Gonzi, sempre al giornale di partito ha commentato la figura del Cavaliere come un «uomo gioviale e carismatico che ha saputo usare le sue doti per raggiungere il suo successo e quello del suo Paese».
Nella giornata di martedì è arrivato anche l’omaggio di una maltese d’eccellenza come la Presidente del Parlamento UE Roberta Metsola, che con queste parole ha ricordato l’ex premier italiano durante la commemorazione davanti alla Plenaria:
«Silvio Berlusconi è stato un combattente, un protagonista della politica per generazioni e ha contribuito a passaggi cruciali della storia europea e italiana. Qui tutti lo ricordano per la sua generosità, il coraggio e il carisma. La storia discuterà il suo operato ma l’uomo ha lasciato il segno»
Indiscusso protagonista dei rotocalchi politici degli ultimi trent’anni, la scomparsa del Caimano ha costretto i maggiori interpreti nazionali e internazionali a dire addio ad un leader, un formidabile rivale e ad un uomo che, nel bene o nel male, ha fortemente influenzato lo scenario politico globale stringendo amicizie con personaggi discussi quanto potenti, quali Vladimir Putin o l’ex leader libico Muhammar Gheddafi.
Proprio il leader del Cremlino ha così commentato la morte di Berlusconi riconoscendone il ruolo nelle “prove di pace” tra la Russia ed il resto dell’Occidente:
«È stato colui che ha dato il via allo sviluppo dei legami tra la Russia e l’Alleanza del Nord Atlantico, e grazie alla sua partecipazione e iniziativa si è riaperta la collaborazione. È una grande perdita non solo per l’Italia ma per tutta la politica mondiale»
Tra gli svariati messaggi di cordoglio è arrivato inevitabilmente anche quello della Presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni che, attraverso un video pubblicato sui propri social, ha così rilasciato un ultimo sentito saluto al leader del partito che l’ha vista nascere politicamente.
A Dio, Silvio. pic.twitter.com/hWiSNPCeia
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) June 12, 2023
Se almeno dagli ambienti politici è filtrato rispetto per la scomparsa del Cavaliere di Arcore, diverse testate giornalistiche, in particolare estere, si sono mostrate impassibili al lutto, concentrandosi quasi esclusivamente sugli aspetti più scandalistici della sua biografia, come nel caso della sprezzante copertina del New York Times:
«Dopo aver portato sesso e glamour nella televisione italiana ha usato la stessa formula in politica per dominare l’Italia e la sua cultura per 20 anni»
Dello stesso tenore anche la prima versione dell’articolo proposto lunedì mattina da Times of Malta che, attraverso espressioni come «clownesco» e «buffonate da playboy», ha così preferito concentrare i propri “sforzi” per evidenziare le sfumature più oscure della carriera di Berlusconi, arrivando ad affermare che ha «proposto spettacoli televisivi particolarmente apprezzati dalle casalinghe, (divenute) poi un pilastro del suo elettorato», mancando così di rispetto contemporaneamente al defunto, al suo elettorato, e soprattutto alla preziosa categoria delle casalinghe. Il tutto, senza presentare dati a conferma di questa strampalata tesi e senza seguire qualsiasi deontologia giornalistica.
Tra gli articoli più “taglienti” segnaliamo quello di Charlie Hebdo che, con un “un omaggio a modo nostro” firmato dal caporedattore Gérard Biard, ha presentato un pezzo dal discutibile quanto solenne titolo: “Il padrino Silvio Berlusconi è morto”, accompagnato dalla consueta vignetta satirica che ritrae il feretro mentre sta per essere gettato nella plastica.
Pur rimanendo consapevoli delle controversie giudiziarie che hanno accompagnato il nome di Silvio Berlusconi lungo tutta la carriera, sfruttiamo le dichiarazioni di Roberta Metsola per ricordare ad alcuni “colleghi giornalisti” ma anche a coloro che hanno l’onere e l’onore di “influenzare” ed “essere d’esempio” trasmettendo valori quali cultura e rispetto, come questo momento dovrebbe essere riservato all’osservanza del dolore per la perdita di colui che è in primis un uomo, un padre ed un nonno, con la consecutiva necessità di lasciar da parte qualsiasi dialettica unilaterale che quasi mai ricorda le conquiste di Silvio Berlusconi, evitando l’accanimento sugli aspetti scandalistici che, seppur maggiormente attrattivi, risultano moralmente discutibili e totalmente opposti all’etica non solo giornalistica, bensì umana.
Silvio Berlusconi ha segnato da protagonista tre decenni di vita politica Italiana.
Credo che abbia colto i migliori risultati in politica estera, mantenendo per l’Italia una capacità di azione autonoma che si è rivelata molto positiva. Le sue non comuni capacità hanno permesso all’un tempo, di mantenere ottimi rapporti con gli Stati Uniti (amministrazione Bush Junior), avviare una collaborazione con la Federazione Russa, appena uscita dalla gravissima crisi degli anni novanta, e giungere ad un definitiva distensione dei rapporti con la vicina Libia.
Per l’industria ed il popolo Italiani questo ha significato incredibili opportunità di lavoro e la possibilità di avere fonti energetiche di ottima qualità a prezzi convenienti.
Evidentemente questo era troppo per gli Inglesi, per i Francesi, per i Tedeschi ed infine per la nuova amministrazione statunitense di Barack Obama.
La lunga catena di aggressioni giudiziarie e giornalistiche, volte a distruggerne la reputazione, ha trovato nel complotto finanziario del 2011 il suo corollario.
Berlusconi voleva opporsi all’aggressione Nato alla Libia: uno dei peggiori atti neo – coloniali messi in atto dalle oligarchie neoconservative di Gran Bretagna e Francia.
Lo travolsero con una emergenza finanziaria provocata da Deutche Bank con la complicità di Mario Draghi, all’epoca presidente della Banca Europea. Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica, si prestò come fiancheggiatore di questa manovra.
Gli esiti disastrosi di quella vicenda e del successivo decennio di governi tecnici, sono sotto gli occhi di tutti.
Il tempo è gentiluomo e ci penserà la Storia a fare chiarezza. Berlusconi certo aveva le sue debolezze umane, ma è stato l’unico politico ad avere per l’Italia una visione strategica e la capacità di attuarla.