Le chat di WhatsApp portate allo scoperto dallo scrittore e blogger Mark Camilleri inchiodano nuovamente Rosianne Cutajar e Pierre Fenech, al centro delle attenzioni del NAO che ha indagato su eventuale uso improprio di fondi pubblici e violazioni sul contratto siglato nel 2019 dall’ex laburista con l’Institute of Tourism Studies per svolgere il ruolo di consulente del CEO, ovvero, lo stesso Fenech.
Così il revisore dei conti, su richiesta dell’allora presidente dell’ADPD Carmel Cacopardo, ha stilato un rapporto che ha evidenziato l’illiceità dell’accordo, confermata anche da un comunicato governativo, definito con l’utilizzo di termini quali «fraudolento» e «irregolare».
Una posizione creata ad hoc per l’allora deputata laburista secondo la versione offerta dal NAO che troverebbe conferma anche dalla «mancanza di esperienza per adempiere a compiti simili» e dall’impossibilità dello stesso Fenech di fornire documentazioni che attestassero la volontà di ITS di ricorrere ad un consulente mantenendo all’oscuro dell’assunzione il proprio CDA.
La carenza di prove ha portato inoltre il revisore a mettere in dubbio la prolificità del mandato di consulenza svolto nell’arco degli 8 mesi dalla stessa Cutajar, con uniche “testimonianze” gli screenshot di appuntamenti programmati, l’organigramma che aveva ricevuto dall’Istituto ed alcuni resoconti nel diario di un altro funzionario che confermavano la sua presenza durante quattro incontri.
La replica dei due che hanno giustificato la “scarsa produttività” della ex consulente con un periodo di familiarizzazione con la realtà aziendale è stata definita, però, «ingiustificabile» dal NAO, considerata l’esperienza che avrebbe portato l’Istituto ad assumere l’ex deputata laburista.
Nel mare di incongruenze che pervade la vicenda emergono anche le versioni fornite da Kevin Borg e Fenech, con quest’ultimo che, appoggiato dall’attuale Ministro del Turismo Clayton Bartolo, ha parlato di coinvolgimento dell’allora capo del gabinetto Konrad Mizzi, trovando però la smentita secca dello stesso Borg.
In conclusione, il revisore generale ha quindi ha confermato come l’assunzione di Cutajar «violi tutte le politiche e procedure» che regolano l’occupazione nel settore pubblico e l’impiego di persone in posizioni di “fiducia”, sollevando ulteriori dubbi sulla remunerazione che, dall’alto della tariffa oraria di 21,63 euro che percepiva l’ex laburista, supera il tetto massimo per i lavori di consulenza stabilito nel 2019, pari a 18,59 euro.
Dulcis in fundo, i 14.000 euro guadagnati da Rosianne Cutajar durante i due quadrimestri di lavoro e provenienti direttamente dalle tasche dei contribuenti, non sarebbero mai stati dichiarati all’Erario, come parzialmente confermerebbero anche le stesse intercettazioni rese pubbliche da Camilleri:
«Tutti stanno sprecando fondi pubblici. Non m’interessa, diventerò consulente presso “Pierre” di ITS e intascherò un altro stipendio»
Questa conversazione dell’11 luglio 2019 ha fatto drizzare le antenne del NAO, corso a segnalare la discordanza con la data di emissione del contratto stipulato da Cutajar (02 Maggio 2019, ndr.), trovando conferma del probabile illecito da uno scambio di mail datato 5 giugno 2019 con un allegato intitolato “Contratto RCutajar”, ovvero la bozza dell’accordo.
Questo strano tempismo e la prima busta paga dell’ex laburista “arricchita” dal pagamento di alcuni arretrati hanno portato il revisore a concludere come il contratto sia retrodatato, e quindi, da considerarsi irregolare nonostante la smentita delle ultime ore della politica ai microfoni del ToM:
«Questa è l’opinione del revisore dei conti, non significa che sia vera. Ho meritato per ogni centesimo che mi hanno pagato»