Sono quattordici in tutto i generatori alimentati a diesel piazzati in varie località del Paese per far fronte ai numerosi blackout che stanno colpendo diverse cittadine dell’arcipelago da giorni, in attesa che vengano riparati i guasti.
L’ha fatto sapere il presidente esecutivo di Enemalta, Ryan Fava, nella conferenza stampa organizzata sabato pomeriggio con il ministro dell’Energia, Miriam Dalli, e rivolta ai giornali maltesi. Sebbene sul sito web e sulla pagina Facebook dell’Ente non compaia alcun comunicato stampa circa quanto dichiarato durante l’incontro, dovendo andare a consultare i suddetti giornali locali per cercare di carpire informazioni utili a tutti i cittadini, maltesi e non, si apprende che Enemalta «sta facendo del suo meglio per non lasciare la gente al buio per ore».
L’impennata delle temperature registrata a partire dai giorni scorsi ha messo a dura prova la rete di distribuzione dell’energia elettrica del Paese alla quale, come ha rivelato NAO nei giorni scorsi, non sono stati destinati sufficienti investimenti, per lo meno in quella ad alta tensione che, se nel 2014 poteva contare su 14,5 milioni di fondi, nel 2023 ha dovuto cavarsela con 5,7 milioni di euro, ovvero meno della metà del budget investito dieci anni fa nonostante, nello stesso lasso di tempo, il Paese registrasse un costante e progressivo incremento della popolazione.
Sebbene inizialmente Enemalta abbia accolto con discreta sufficienza le osservazioni riportate dal revisore generale dei conti, Fava ha ora ammesso che Enemalta avrebbe potuto fare di più per la rete ad alta tensione del Paese, ovvero «intervenire in maniera più aggressiva», dato che, a quanto pare, i blackout degli ultimi giorni sono il frutto dei danni riscontrati proprio su quella infrastruttura e non in quella a basso voltaggio dove si è invece evinto che non sono mancati giusti fondi.
Le temperature roventi dei giorni scorsi hanno infatti impattato sulla infrastruttura elettrica ad alto voltaggio in cui si è registrato un carico tra 25MW e 30MW. In sostanza, quindi, il problema da risolvere non è nella mancanza di energia elettrica bensì nella rete di distribuzione che, ad oggi, nonostante gli «investimenti senza precedenti» annunciati nei mesi scorsi da Enemalta e dal ministro Dalli per scongiurare l’incubo della scorsa estate, non hanno ancora evidentemente dato i loro frutti.
Sono infatti molte le cittadine colpite dalla serie di blackout che si intervalla da giorni, l’ultima ha interessato San Lawrenz, Ghasri, Gharb e Kercem a Gozo e poi Gzira, Msida, San Gwann e St. Julian’s a Malta.
Dalli ha affermato che quest’anno «si stanno raccogliendo i frutti dei lavori svolti durante la prima fase (di potenziamento della rete, ndr.)», dato che Dingli, Rabat, Mosta, Cottonera, Naxxar, Kirkop e Zurrieq hanno dovuto affrontare «solo piccole interruzioni di corrente» a differenza dell’estate 2023, mentre invece c’è ancora molto da fare in altre località a nord e sud del Paese, ovvero a St. Paul’s Bay, Qawra, St Julian’s, Sliema, Gzira, Birkirkara, Attard, Zebbug dove, secondo Enemalta, si interverrà «più avanti nel corso dell’anno, quando la domanda di energia elettrica tornerà a livelli normali».
Ora, nell’immediato, visto che la nuova centrale elettrica di emergenza da 37 milioni di euro non è riuscita ad arrivare nei tempi stabiliti (sarà operativa entro la metà di agosto), per metterci una pezza il governo ha deciso di schierare quattordici generatori mobili sopracitati, cinque dei quali di proprietà di Enemalta, mentre gli altri nove sono stati subappaltati a privati. Tuttavia, non si esclude che se ne possano aggiungere altri per coprire ulteriori emergenze visto che, a quanto pare, è stata indetta una gara d’appalto.
Intanto, sulla situazione ben poco rosea c’è chi ha provato a fare dell’ironia ipotizzando un tour panoramico di Malta a bordo degli autobus turistici a due piani per visionare le bellezze del posto, in questo caso i generatori mobili. «No, non siamo una pagina di satira» puntualizza il portale di notizie che ha diffuso la grafica, che ha poi aggiunto «E questo non è più divertente».