L’inchiesta indipendente condotta dal Police Complaints Board ha concluso che la polizia non è responsabile per la mancata prevenzione dell’omicidio di Nicolette Ghirxi, uccisa dal suo ex fidanzato Edward Johnston nella notte tra l’11 e il 12 agosto 2024. Il Board, presieduto dal giudice in pensione Geoffrey Valenzia, ha affermato che non ci sono prove che la polizia abbia fallito nell’adozione di misure utili a prevenire il tragico evento.
L’inchiesta è stata avviata su richiesta del Ministero dell’Interno per esaminare le azioni della polizia e l’implementazione delle raccomandazioni derivanti da una precedente indagine sul femminicidio di Bernice Cassar. Nel caso di Ghirxi, pochi giorni prima dell’omicidio, la donna aveva contattato la polizia esprimendo preoccupazioni per il ritorno a Malta di Johnston, dopo averlo visto sull’app di incontri Tinder.
Nel rapporto pubblicato esclusivamente in lingua maltese è inclusa la trascrizione letterale dell’email inviata l’8 agosto dalla donna alla polizia, tre giorni prima di essere ammazzata: «Oggi stavo scorrendo su Tinder e l’ho visto lì, a soli 3 chilometri di distanza. Ciò significa che si trova a Malta e sono preoccupata». Da lì il vuoto, nessuna azione è stata intrapresa, fino al tragico epilogo. Questo perché il caso della donna era stato etichettato come a “basso rischio”.
Nicolette Ghirxi aveva denunciato l’ex fidanzato per molestie lo scorso mese di aprile rifiutando di sottoporsi alla valutazione del rischio, probabilmente convinta di non essere in pericolo almeno quel 22 aprile (il suo legale, Joseph Borda, continua a sostenere fermamente il contrario, ndr); ed il giorno seguente pare aver rifiutato anche i servizi offerti dall’unità di supporto alle vittime affermando di essere già assistita da altri professionisti.
Successivamente, dopo aver esaminato le email di molestie ed insulti ricevute dalla donna (ritenute prive di minaccia dalle autorità), l’ispettore di polizia aveva contattato Johnston che si era rifiutato di tornare a Malta, affermando di trovarsi a Dubai.
Ghirxi aveva riferito alle autorità che l’individuo si sarebbe effettivamente potuto trovare all’estero e a confermarlo sono stati i tabulati del gestore telefonico che tra il 29 aprile e il 16 maggio lo localizzavano in Irlanda. Da lì è stato emesso un mandato d’arresto per il soggetto, e alla donna è stato chiesto di informare le autorità qualora le molestie si fossero intensificate. Nel frattempo, tra maggio e gli inizi di agosto, Johnston è risultato essere sempre lontano da Malta e le autorità locali hanno proseguito le indagini sul caso Ghirxi.
Il 5 agosto pare che i finti profili social creati e utilizzati da Johnston per molestare ulteriormente Ghirxi siano stati cancellati, come confermato dalla stessa donna che alle autorità quel giorno scriveva: «Sembra che entrambi i profili su Facebook siano stati rimossi». È dell’8 agosto, l’ultima comunicazione inviata dalla donna alla polizia, in cui si descriveva preoccupata per il rientro a Malta di quello che solo tre giorni più tardi è risultato essere non più solo il suo molestatore, ma anche il suo assassino.
Sempre dal rapporto si apprende che la polizia, pur avendo inserito Johnston nella lista dei ricercati, non aveva sufficienti elementi per procedere con l’arresto al momento del suo ritorno a Malta, e avrebbe potuto solo convocarlo per un interrogatorio.
Il Board ha ritenuto che, in base alle prove disponibili, gli agenti avessero agito nei limiti dei loro poteri e che non vi fossero indicazioni di un rischio reale e imminente visto che la vittima si dichiarava preoccupata ma non era oggetto di minacce, e che tra giugno e agosto Johnston non le avrebbe più inviato email moleste.
Sebbene il caso di Nicolette Ghirxi presenti analogie con quello di Bernice Cassar, entrambe uccise da uomini violenti, il Board ha sottolineato che le circostanze sono diverse. Nel caso di Cassar, morta per mano del marito nel novembre 2022 dopo ripetute denunce di violenza domestica, vi erano numerosi segnali di pericolo che avrebbero potuto allertare le autorità. Invece, il caso di Ghirxi non mostrava un pattern simile.
Il rapporto evidenzia inoltre come, sebbene la polizia e i servizi sociali (Appogg) dovrebbero prendere in considerazione con maggior urgenza i casi di molestie contro le donne, le vittime spesso sottovalutino il pericolo, riducendo l’urgenza dell’intervento delle forze dell’ordine.
L’Independent Police Complaints Board, presieduto dal giudice in pensione Geoffrey Valenzia e composto da Natalino Attard e Paul Sammut, ha esaminato l’operato della polizia anche in relazione alla violenza domestica e di genere, valutando l’applicazione delle leggi e delle procedure operative standard. L’inchiesta ha contribuito a chiarire che, sebbene l’omicidio di Ghirxi abbia suscitato nuove preoccupazioni sulla capacità della polizia di prevenire femminicidi, la gestione del suo caso è stata ritenuta corretta in base alle circostanze note al momento dei fatti.
Questa inchiesta è separata da un’altra indagine avviata dal Ministero delle Politiche Sociali, che sta esaminando le dinamiche della violenza domestica e il ruolo delle istituzioni nella protezione delle vittime.