L’inchiesta condotta dall’OCCRP che vede Joseph Muscat sotto la lente d’ingrandimento per alcuni pagamenti sospetti per “servizi di consulenza” ricevuti da società svizzere collegate al controverso accordo governo-Vitals/Steward avrebbe alzato un nuovo polverone, con l’ex Primo Ministro che oggi ha confermato di aver depositato istanza di ricusazione del magistrato che sta conducendo le indagini, ovvero Gabriella Vella.
Nello specifico, le indagini starebbero cercando di capire se questi movimenti di denaro, pari a circa 60.000 euro, fossero un mero strumento per ricevere tangenti legate all’accordo con SHC sulla concessione per la privatizzazione degli ospedali pubblici.
La notizia è stata fornita direttamente da Muscat che, attraverso un lungo post su Facebook in cui ha allegato anche il fascicolo giudiziario, ha motivato la sua richiesta affermando che vorrebbe delegare l’inchiesta ad “un altro membro della magistratura che possa garantire l’imparzialità in questo caso che ora è diventato politico”.
All’interno della didascalia del messaggio condiviso sui social, l’ex Primo Ministro ha elencato anche una serie di motivazioni che lo avrebbero spinto a chiedere la ricusazione.
In primo luogo, la decisione di presentare istanza sarebbe stata spinta anche dal fatto che Vella avrebbe rifiutato le richieste di Muscat di fornire la propria testimonianza: «Per qualche ragione il magistrato era a suo agio nell’ordinare alla polizia di perquisire casa mia e i miei famigliari ma non nell’ascoltare quello che ho da dire».
Sempre tra le righe del suo sfogo, si può leggere come abbia inevitabilmente puntato il dito sulla fuga di notizie evidenziata dalla pubblicazione del report, accusando chi si “vanta pubblicamente di sapere cosa sarebbe successo” con un riferimento che, dalle sue parole, sembra diretto al Presidente dell’ONG Repubblika, Robert Aquilina, presente fuori dalla residenza di Burmarrad del laburista durante la perquisizione avvenuta nel 2022.
Facendo riferimento ai principi di Bangalore, il terzo punto elencato da Muscat andrebbe a “colpire” proprio i famigliari del magistrato, in particolare i fratelli-avvocati Massimo e Aldo Vella, accusati di essersi esposti pubblicamente e affiancati ad alcune dichiarazioni rilasciate sui social proprio da Aquilina e dall’ex deputato Jason Azzopardi, i quali, sembravano far presupporre una loro conoscenza riguardo i risultati dell’inchiesta: «Quello che hanno commentato sui social media fa un riferimento diretto all’inchiesta magistrale. La giurisprudenza costituzionale, il Codice etico e i principi internazionali che regolano la magistratura sono chiari su questo. È chiaro che questo pregiudizio dei familiari del magistrato si stia riflettendo su di me ed è quindi naturale che agli occhi del pubblico sia difficile percepire l’obiettiva imparzialità».
In chiusura, l’ex leader laburista si è soffermato a sottolineare come le “mosse oltraggiose” degli ultimi giorni abbiano incrinato la fiducia verso il processo attualmente in corso chiosando, inoltre, con la promessa di “continuare a combattere affinché la verità prevalga”, un leit motiv spesso ricorrente nelle sue ultime uscite: «Ho resistito a fare questo passo per un po’ di tempo per concedere il beneficio del dubbio, ma le mosse oltraggiose degli ultimi giorni mi hanno fatto perdere tutta la fiducia in questo processo. Combatterò, anche da solo, affinché la verità prevalga e coloro che escogitano congetture adatte alla loro agenda politica paghino».
Nel frattempo, la Ong Repubblika ha condannato “l’attacco” di Muscat alla magistratura e, attraverso un comunicato stampa ha fatto sapere: «Quattro anni fa, su richiesta di Repubblika, è iniziata un’inchiesta magistrale su frode e corruzione nella privatizzazione degli ospedali maltesi. Le persone sospettate di aver commesso tali reati hanno fatto di tutto per impedire lo svolgimento di tale inchiesta. Tuttavia, i tribunali hanno deciso che l’inchiesta dovesse essere svolta. Da quel momento in poi Joseph Muscat e la sua combriccola fecero di tutto per minare l’operato del magistrato inquirente».
E poi, «Ci è sempre stato detto dai governi di Joseph Muscat e Robert Abela che dovremmo lasciar lavorare le istituzioni. Ora che c’è un’istituzione che sta adempiendo al suo dovere, Muscat la sta attaccando, per indebolirla e impedirle di adempiere al suo dovere».
Tutto questo, secondo la Ong rappresenterebbe un chiaro segnale di “panico” da parte di Muscat, «Sa cosa ha combinato quando era al potere. Certamente non accetteremo una situazione in cui un nucleo di individui sia considerato al di sopra della legge».
«Dopo aver sequestrato tante parti delle istituzioni pubbliche del nostro paese in modo che lui e i suoi “amici” potessero essere impuniti alle spalle del popolo maltese, ora Muscat sta cercando di affibbiare agli altri le sue colpe», conclude Repubblika condannando l’attacco sferrato da Muscat alla magistratura e promettendo di «continuare a lavorare affinché lui e la sua combriccola paghino per la corruzione che hanno commesso secondo le leggi del nostro Paese».
ricusa non ricusazione
Buonasera Etienne, la ringrazio per il feedback che hanno sempre una grande valenza per ol nostro mestiere. In tal senso, però, la invito a controllare cosa dice la Treccani in merito: RICUSAZIONE “Istituto processuale per il quale una delle parti può chiedere che il processo sia assegnato ad altro giudice. ” Al contrario, non abbiamo trovato corrispondenze con il termine “ricusa” nel linguaggio giuridico che, pertanto, sembra solo coprire i suoi significati canonici (rifiuto, rigetto etc.). Di seguito le allego il link nel caso voglia controllare: https://www.treccani.it/enciclopedia/ricusazione/
Cordiali saluti,
Stefano Andrea Pozzo