Lo scorso venerdì Transport Malta ha pubblicato un bando di gara finalizzato alla riqualificazione del territorio posto a sud dell’isola prevedendo la realizzazione di un grande porto turistico nella baia di Marsascala in grado di ospitare circa 700 yacht.
Secondo i calcoli dell’ente governativo, il progetto dovrebbe valere circa 183 milioni di euro, creando un notevole incremento in termini economici e di valorizzazione del territorio che andrebbe ad incrementare il potenziale turistico dell’isola.
Ciò ha destato molte preoccupazioni per i residenti, che verrebbero così privati delle zone balneabili e delle spiagge.
Notevole è l’impatto ambientale che tale infrastruttura avrebbe a scapito dei fondali marini e dell’ambiente circostante alterandone i valori paesaggistici ed ambientali.
Il Partito Nazionalista ha affermato di essere contrario al progetto proposto, in quanto sebbene il sud di Malta necessiti di investimenti, questi devono essere fatti nel rispetto della comunità dei residenti, senza deturpare l’ambiente. Per tale motivo, ha richiesto al ministro dei Trasporti Ian Borg, una valutazione d’impatto del progetto ed una consultazione con esperti ambientali prima di procedere in via definitiva.
I residenti, intanto, continuano a riversare dubbi e perplessità attraverso i canali social, chiedendo al consiglio locale di Marsascala di adottare una posizione comune contro la proposta del “maxi-scalo”. Risposta che non è tardata ad arrivare, lunedì sera, quando il consiglio si è dichiarato contrario alla costruzione di un porto turistico nella baia della località ed ha invitato Transport Malta a ritirare il suo invito a presentare proposte.
L’ente governativo ha affermato che la decisione di realizzare uno scalo commerciale a sud dell’isola era stata presa in considerazione già nel 2006, ma in una recente dichiarazione l’Autorità ha tenuto a precisare che il progetto si trova ancora nelle sue fasi iniziali e che niente è ancora stato definito ne concluso.
Sul caso anche l’organizzazione Moviment Graffitti preoccupata per l’eccessivo spazio che prevede di occupare la nuova infrastruttura a discapito di quello per i residenti del luogo, ed aggiunge: «Questo progetto non è nell’interesse pubblico, ma in quello di alcuni imprenditori che vogliono dedicarsi ai propri affari senza rispettare la comunità in cui si trovano».