La scomparsa del 20enne JeanPaul Sofia, morto sotto le macerie dell’edificio crollato a Paola la mattina di sabato 3 dicembre, deve essere spiegata.
Sulla tragedia è intervenuto il primo ministro Robert Abela, che in un incontro con i giornalisti lunedì ha dichiarato che gli appaltatori dovranno assumersi le responsabilità di quanto avvenuto: «Il Paese non può tollerare una situazione in cui chiunque può decidere di acquistare attrezzature e da un giorno all’altro improvvisarsi appaltatore. Non mi riferisco solo al crollo di sabato, ma in senso generale».
E forse, qualche verità sta già venendo a galla. Secondo quanto riporta Times of Malta, la persona indicata nella domanda di richiesta per costruire l’edificio crollato lo scorso sabato risponde al nome di Matthew Schembri, titolare della WhiteFrost, azienda specializzata nell’installazione di climatizzatori, da poco tempo entrata anche nel settore edile. Sul proprio profilo Linkedin, Schembri si identifica come direttore delle costruzioni della sua azienda.
Tuttavia, i lavori non sarebbero stati eseguiti dalla White Frost. Dopo aver ottenuto il permesso di aggiungere due piani a un edificio già esistente, Schembri avrebbe appaltato i lavori a una ditta esterna alla quale, secondo un’indagine di The Shift news, farebbe capo un uomo di origini serbe. Lo stesso portale d’inchiesta spiega che il permesso sarebbe stato rilasciato dalla Planning Authority a giugno, tramite un Development Notification Order (DNO), utilizzato per velocizzare le procedure e, inoltre, l’edificio in costruzione sarebbe sorto su uno dei terreni di pertinenza di Indis Malta, ente governativo dedicato allo sviluppo delle aree industriali, che tempo prima l’avrebbe ceduto in concessione a Schembri.
Come architetto responsabile del progetto figura Adriana Zammit, all’epoca e tutt’oggi alle dipendenze dell’agenzia governativa Infrastructure Malta, almeno stando al suo profilo Linkedin. Nelle intenzioni, la struttura ampliata avrebbe ospitato una fabbrica di legnami e alcuni uffici.
Non solo: stando a quanto riportato da Times of Malta, più in generale, White Frost si sarebbe anche aggiudicata oltre 25 appalti governativi negli ultimi anni. Ironia della sorte, alcuni di questi avrebbero riguardato lavori per la rimozione di strutture pericolose e interventi di supporto in edifici di proprietà dello Stato.
Le leggi maltesi al momento non sembrano regolamentare in maniera del tutto specifica il lavoro edilizio. Secondo quanto riferito da alcuni addetti al settore a The Shift news, infatti, gli appaltatori non sarebbero obbligati a registrare le varie attività svolte. Un aspetto da anni al centro di forti polemiche, che emergono maggiormente quando si verificano gravi incidenti. Già nel 2019, dopo la morte di Miriam Pace, deceduta in seguito al crollo della casa in cui viveva, il primo ministro Abela aveva annunciato l’inizio del processo per riformare il settore edilizio che, però, alla luce dei fatti, non sembra aver prodotto risultati concreti.
Sempre a proposito di Matthew Schembri, Times of Malta sostiene inoltre che l’uomo sia la stessa persona accusata, la scorsa estate, di aver commissionato un’aggressione sul lungomare di Sliema ai danni dell’ex suocero, il 62enne Louis Spiteri, per mano di due albanesi ingaggiati per fargli del male. L’imputato avrebbe sempre negato tutte le accuse, ottenendo la libertà su cauzione.
In tutto questo, l’unica buona notizia arriva dall’ospedale. Pare infatti che uno dei cinque operai coinvolti nel crollo sia uscito dalla terapia intensiva, dove invece si trovano ancora due suoi colleghi.