Mancava solo l’ufficialità per una notizia da considerarsi “storica” per Malta, con il tribunale che quest’oggi ha avvallato la sentenza dello scorso febbraio che annullava l’assegnazione del Gozo General Hospital, del St. Luke’s Hospital e del Karin Grech Hospital a Steward Health Care, colosso statunitense operante nel settore sanitario, a causa degli “intenti fraudolenti” e del fallimento degli obiettivi contrattuali.
Sebbene la precedente decisione del giudice sembrava sottintendere come SHC avesse deliberatamente compiuto questo atto per «arricchirsi ingiustamente a spese del governo e dei cittadini maltesi e gozitani», Steward ha deciso di intentare ricorso sostenendo di essere stato a sua volta defraudato dal governo maltese, accusato di non aver mantenuto le promesse formalizzate in sede di accordi.
Una guerra legale sconfinata dalle coordinate dell’arcipelago e portata all’attenzione di un tribunale arbitrale, la Camera di commercio internazionale, dove il Governo ha richiesto un pagamento della penale per la cancellazione del contratto pari a 100 milioni di euro.
Da quel momento in poi i rapporti tra La Valletta e Steward sono ulteriormente precipitati, con il governo che ha ripreso il controllo dei tre ospedali chiedendo inoltre una riduzione dei termini per presentare ricorso, in quella che i legali dell’azienda a stelle e strisce avrebbero definito una «scusa» per riprendere in mano la gestione delle tre strutture.
Come ricordiamo, dopo una fase iniziale di piena fiducia per un exploit maltese nel settore sanitario, i dubbi sono iniziati ad aumentare congiuntamente al mancato rispetto della promessa di rinnovare le strutture ospedaliere, con l’ex deputato del PN Adrian Delia che ha deciso di intentare un’azione legale per ottenere l’annullamento dei contratti. Come riferisce Times of Malta, oggi fuori dalle aule del tribunale è arrivato anche il commento dell’ex leader dell’opposizione che auspica un passo indietro da parte dei soggetti governativi interessati dall’indagine:
«Non conosco nessun Paese democratico in cui una sentenza come questa non spinga le più alte sfere del governo ad assumersi la responsabilità politica»
Nella sentenza di 99 pagine si legge quindi come, seppur riconoscendo come il primo tribunale che si è occupato del caso non avrebbe dovuto dichiarare gli azionisti colpevoli di “azioni illecite, piuttosto criminali”, la corte d’appello ha respinto il ricorso decretando ufficialmente nullo il contratto tra Malta e Steward Health Care. Convalidata anche la richiesta di SHC sul pagamento dei costi processuali, che saranno condivisi tra governo maltese e i soggetti coinvolti, dall’ex Primo Ministro Joseph Muscat al procuratore generale, oltre ai vertici di INDIS Malta e Lands Authority.
Nel farlo il giudice ha stabilito come, contrariamente alla sentenza di febbraio, l’intento “fraudolento” risulti bilaterale e frutto di una «collusione tra l’azienda ed alti funzionari governativi o le sue agenzie con l’intento di redigere contratti non finalizzati a fornire servizi medici di qualità», mettendo sul banco degli imputati proprio l’operato del governo che, come si legge sempre dal quotidiano in lingua inglese, ha deciso di nascondere il reale accordo emanando numerose proroghe dal valore di milioni di euro:
«Hanno mancato al loro dovere nei confronti del Paese senza cercare di rimediare alla situazione, portata a galla grazie all’iniziativa presa dal ricorrente (Delia n.d.r.) per cercare una soluzione nell’interesse nazionale»