L’allarme è stato ormai lanciato; nelle ultime ore gli scienziati hanno comunicato di aver rilevato nuova variante del COVID-19 riscontrata per la prima volta in Sudafrica e definita altamente infettiva e contagiosa.
Il nuovo ceppo, inizialmente noto come B.1.1.529 e battezzato nella giornata di sabato con il nome ufficiale di “Omicron”, risulta essere particolarmente preoccupante in quanto sono state riscontrate ben 32 mutazioni della proteina Spike, che potrebbero eludere gli anticorpi ed aumentare quindi la trasmissibilità del virus.
A causa dei timori legati alla nuova allarmante notizia, Malta, sulle orme del Regno Unito, ha deciso precauzionalmente di vietare i collegamenti aerei da e per l’Africa meridionale.
A diffondere la notizia è il ministro della Salute Chris Fearne, dichiarando che il divieto entrerà in vigore a partire dalla mezzanotte del prossimo sabato e riguarderà i viaggi da e verso sei paesi africani quali Sudafrica, Namibia, Lesotho, Botswana, Eswatini e Zimbabwe.
La stretta maltese colpirà soprattutto i viaggiatori provenienti dal Sudafrica e dalla Namibia, entrambi nella lista rossa dei viaggi, quindi con possibilità di ingresso a Malta con la doppia dose vaccinale, a differenza degli altri paesi che invece già rientravano nella lista rosso scuro, soggetta a spostamenti con specifica autorizzazione sanitaria e quarantena obbligatoria.
Gli scienziati sono quindi ora al lavoro per capire le implicazioni che comporterà la nuova variante del virus, mentre la Commissione europea continua a monitorare la situazione in stretto coordinamento con gli Stati membri; Italia, Germania e Francia, per esempio, hanno già sospeso i viaggi aerei da e verso l’Africa meridionale.
Secondo Jenny Harries, responsabile della Health Security Agency Britannica, la variante “Omicron” è «la più significativa vista finora. Sono adesso in corso ricerche urgenti per capire tutto ciò che serve sulla sua capacità di trasmissione, severità delle conseguenze sulla salute e l’azione dei vaccini nei suoi confronti», oltre che sulle «azioni svolte dalla sanità pubblica che possano bloccarne la diffusione».
A prescindere dallo stop dei collegamenti aerei, fonti sanitarie affermano che Malta non dovrebbe essere a rischio vista la distanza che la separa dai paesi a rischio ed anche al fatto che le località in questione rappresentano destinazioni meta di pochi viaggiatori.