L’incubo della turista americana ricoverata al Mater Dei per un aborto spontaneo sembra finalmente essere giunto ad un epilogo. Come riferito da TVM news, dopo aver valutato le condizioni di salute della donna, ritenendo che la situazione potesse mettere a rischio la sua vita, la compagnia assicurativa di Andrea Prudente ha predisposto l’evacuazione sanitaria a Maiorca, in Spagna.
La donna al centro della terribile vicenda che nelle ultime ore è sotto i riflettori di tutti i media internazionali, potrà quindi presto sottoporsi all’intervento di interruzione di gravidanza, scongiurando il rischio di complicanze fatali per la sua vita.
A confermare il trasferimento attraverso un volo sanitario, che probabilmente avverrà già nella giornata di giovedì, è stata Lara Dimitrijevic, avvocato della coppia ed attivista di Women’s Right Foundation, che ha parlato della vicenda all’emittente nazionale TVM news.
Nonostante dovrà affrontare un altro spostamento, con costi non compresi dalla copertura assicurativa, la coppia potrà ora porre fine al tremendo incubo, dopo giorni di profondo sconvolgimento.
In seguito ad una forte emorragia che le aveva causato copiose perdite di sangue, Andrea Prudente, 38enne di Seattle, incinta di 16 settimane, che aveva scelto l’arcipelago maltese per trascorrere le vacanze con il compagno Jay Weeldreyer, si era recata al pronto soccorso di Gozo, per poi essere trasferita e ricoverata all’ospedale Mater Dei.
I medici della struttura sanitaria hanno poi presentato alla donna la più terribile delle diagnosi: a seguito di un aborto spontaneo, con membrane rotte e placenta distaccata, la sopravvivenza del feto risultava sostanzialmente nulla, nonostante la presenza di un debole battito cardiaco.
Una condizione simile, in grado di far insorgere infezioni estremamente pericolose anche per la madre, ha portato la coppia a optare per l’interruzione di gravidanza volontaria. Il dramma, a quel punto, ha assunto connotati ancora peggiori. Proprio la presenza del battito cardiaco del feto, e le rigide leggi in tema di aborto sul suolo maltese, hanno reso le intenzioni della coppia di turisti impossibili da attuare.
Infatti, in condizioni simili, i medici maltesi si trovano ad avere le mani completamente legate, potendo intervenire solo in caso di un imminente pericolo di vita a carico del paziente. In sostanza, per poter procedere, la coppia avrebbe dovuto aspettare la morte naturale del feto, nella drammatica speranza che questa non avvenisse troppo tardi per la salute della donna.
La storia, resa nota e divulgata grazie all’aiuto di Doctors for Choice Malta, una ONG pro-choice, ha rapidamente preso il centro del dibattito nazionale ed internazionale, velocizzando la ricerca di una soluzione.
Quest’ultima è stata individuata proprio grazie al benestare della compagnia assicurativa che, considerando la condizione di Andrea Prudente come “di vita o di morte”, ha predisposto il trasferimento in un ospedale spagnolo per poter procedere con l’intervento e scongiurare i tremendi rischi delineati all’orizzonte.
La vicenda che ha colpito in modo così tragico la vita della coppia americana ha acceso con forza, nuovamente, le discussioni riguardo della legislazione in tema di aborto maltese. La depenalizzazione dell’interruzione di gravidanza, chiesta a gran voce dalle ONG e da molti altri attivisti, continua a scontrarsi con i pareri totalmente opposti dei movimenti “pro-life”.
La mobilitazione per la depenalizzazione dell’aborto, dopo il caso Prudente, sta trovando consensi anche tra le fila dello stesso personale sanitario. La dottoressa Isabel Stabile, di Doctors for Choice ha dichiarato al MaltaToday che sono più di 60 i medici che presenteranno una protesta giudiziaria per chiedere che la legge sull’aborto a Malta venga modificata.
Se il caso incontra l’interesse del paziente, secondo la Stabile, il personale sanitario deve essere messo in condizione di procedere con l’intervento.
Nonostante in alcune situazioni sia in gioco la vita stessa del paziente, i medici sono spesso costretti a restare immobili, come avvenuto nelle ultime ore, rischiando in caso contrario fino a quattro anni di carcere e la revoca dell’autorizzazione a praticare la professione.
«Lo scenario attuale è inaccettabile e va contro anche alle linee guida internazionali. I medici devono essere liberi di prendere la decisione che è nel migliore interesse dei loro pazienti, qualunque essa sia. I medici devono sentirsi sicuri di fare la cosa giusta» ha affermato la dottoressa Stabile.
Nel frattempo la vicenda è finita sotto i riflettori internazionali, comparendo nei titoli di testate come la BBC ed il The Guardian, in una copertura mediatica che ha esposto Malta ad aspri commenti e pubblica indignazione.