Nelle scorse settimane abbiamo affrontato a più riprese il delicato tema dell’aborto, a partire dalla vicenda di Andrea Prudente, fino ad arrivare alla manifestazione “pro-vita” organizzata da numerosi cittadini ad inizio mese, mentre lunedì 19 dicembre in Parlamento è stato approvato in seconda lettura l’emendamento che eliminerà l’attuale divieto totale sull’interruzione della gravidanza a Malta.
Tale mossa aiuterà a sgravare i medici e le madri dalla minaccia di procedimenti penali in caso si renda necessario ricorrere all’interruzione al fine di evitare complicazioni che potrebbero mettere a rischio la salute della genitrice.
Nelle ultime ore, però, a gettar luce sulle preferenze dei maltesi ci ha pensato un’indagine Misco commissionata dall’Arcidiocesi di Malta, condotta a partire da un campione di 805 individui.
Le rivelazioni raccontano come il 77,7% dei maltesi si dica favorevole all’interruzione della gravidanza quando esiste il rischio di complicazioni sulla salute della donna, conservando anche una maggioranza di persone, pari al 68% degli intervistati, che rimane però contraria all’aborto per motivi che esulano dall’incolumità della madre.
Com’era naturale immaginarsi, i dati raccolti forniscono l’istantanea di un forte divario generazionale tra le differenti posizioni riguardanti l’aborto e che, in particolar modo per quanto riguarda i casi in cui non sussistono rischi per la salute della madre, trova la fascia d’età compresa tra i 16 e i 24 anni favorevole all’interruzione della gravidanza (53,8%), evidenziando ancor di più il grande distacco di questa generazione con gli individui delle altre fasce d’età che, nel 68% dei casi, hanno manifestato disaccordo con tale evenienza.
La larghezza di questa forbice risulta ancora impattante se si pensa alla categoria opposta, ovvero quella che raccoglie gli individui superiori ai 65 anni d’età, e che ha visto l’89,9% degli intervistati dichiararsi contrario all’aborto nei casi in cui non vi sia alcun pericolo per l’incolumità della madre.
L’indagine ha inoltre esplorato la casistica dei genitori che decidono di non avere più figli e, per tale richiesta, è emerso come il 71,8% del campione risulti in disaccordo, con la fascia 16-24 anni che ancora una volta sembra la più convinta della necessità di leggi abortiste più flessibili (36,9% dei voti a favore).
Mentre risultano allineate le preferenze degli intervistati di sesso maschile e femminile concordi con l’interruzione della gravidanza nel caso di rischi sulla salute della madre (80% uomini, 79% donne), solo il 20% del campione maschile si è dichiarato d’accordo sull’aborto anche quando la vita del genitore non è a rischio; leggermente superiore invece la percentuale delle donne.
Anche per quanto riguarda un’eventuale desiderio della genitrice di non avere più figli, il 25% delle intervistate si è detta d’accordo con la possibilità di scegliere l’aborto, mentre “solo” il 15% degli uomini ha risposto con favore.
Nel frattempo destano preoccupazione e stupore le minacce ricevute dalla segretaria parlamentare Rebecca Buttigieg e dal deputato Randolph De Battista, i quali, proprio mentre il Parlamento si trovava riunito per discutere la manovra, avrebbero ricevuto due lettere anonime, apparentemente scritte con la stessa calligrafia, condite da svariati commenti omofobi e misogini.
Proprio nella giornata di lunedì il Primo Ministro Robert Abela ha confermato la disponibilità del governo a prendere in considerazione una formulazione diversa del disegno di legge, purché i principi di quello originale rimangano intatti.
In attesa della votazione finale prevista nelle prossime settimane, risulta sempre più viva la “spaccatura” della comunità locale sul tema che, come abbiamo visto, contrappone in maniera netta i vari schieramenti, spesso divisi da fattori generazionali.