Malta è un Paese in cui nel 2023 si muore ancora, letteralmente, di caldo. Sono infatti almeno quattro le persone che nell’ultimo fine settimana hanno perso la vita, direttamente correlate alla straordinaria ondata di calore che da oltre una settimana sta mettendo a dura prova l’arcipelago ed i cittadini.
Delle morti collegate al caldo, tre sarebbero dovute a disidratazione, mentre la quarta vittima sarebbe spirata per ipertermia. Su questi decessi pare siano state aperte delle inchieste, per indagare a fondo su cosa abbia portato le vittime a condizioni così gravi.
Tuttavia, più in generale, quello che è arriva dai media locali sembrerebbe assomigliare più ad un vero bollettino di guerra. Secondo Times of Malta, ammontano a 34 i morti registrati nell’ultimo fine settimana, con un comunicato delle autorità sanitarie che attribuirebbe i decessi a problemi cardiovascolari ed al peggioramento di patologie già presenti.
Altre fonti avrebbero inoltre segnalato, sempre al quotidiano in lingua inglese, numerose richieste di aiuto arrivate da persone anziane a causa delle temperature torride, che hanno raggiunto più volte i 40 gradi, con picchi registrati fino a 43. E ancora: tra il 17 e il 21 luglio all’ospedale Mater Dei sarebbero state ricoverate 4 persone, con diagnosi di disidratazione, colpi di calore, ipertermia e scottature.
Contestualmente alla situazione d’emergenza, le autorità sanitarie hanno più volte invitato i cittadini a chiedere assistenza medica in caso di malessere, e soprattutto a proteggersi dal sole e dal calore, in particolare le persone anziane e vulnerabili.
Raccomandazioni sacrosante, ma di difficile attuazione a causa dell’emergenza elettrica che sta mettendo a dura prova tutta Malta, con i continui blackout che da giorni (e per giorni interi) stanno lasciando centinaia di abitazioni senza elettricità, e quindi senza aria condizionata nel peggior momento possibile dell’anno.
Per tentare di risolvere in parte le criticità, il Ministero per l’Invecchiamento attivo ha attivato il servizio di “Day Respite”, consentendo così agli over 65 colpiti dalle interruzioni di energia elettrica di trovare sollievo diurno nelle case di cura statali.
Ma l’aumento dei decessi e dei malori sono collegabili ai blackout? Secondo un esperto citato da Newsbook, sì. Anthony Borg, senior medical officer presso un ospedale privato locale ha infatti messo in correlazione i due fenomeni, aggiungendo un dato significativo.
Secondo Borg, la maggior parte delle persone che hanno dovuto ricorrere alle cure mediche proverrebbero infatti dalle zone dell’arcipelago con blackout più frequenti.
Sulla drammaticità della situazione si sta inoltre scatenando, come al solito, una battaglia politica. Nella giornata di martedì il capogruppo del Partito Nazionalista, Bernard Grech, ha infatti esortato il governo a dichiarare lo stato d’emergenza e a mettere in campo tutte le risorse disponibili, comprese la polizia e le forze armate per dare supporto alla popolazione in difficoltà.
Richiesta che ha però trovato il rifiuto del ministro dell’Energia Miriam Dalli. «Che differenza farà rispetto a quello che stiamo facendo adesso? Ora non è il momento per i teatrini politici» ha dichiarato Dalli, affermando inoltre che la priorità del governo è risolvere la crisi elettrica il più in fretta possibile.
Crisi che però sembra non finire mai. Martedì sera Enemalta ha infatti comunicato ben 13 nuovi guasti alla rete di distribuzione elettrica nelle zone di Naxxar, Mosta e Handaq, che porta il totale addirittura a quota 81, mentre le segnalazioni di blackout continuano ad arrivare senza soluzione di continuità, assieme alla rabbia e alla preoccupazione dei cittadini.