L’autopsia svolta sul corpo di Paulina Maria Dembska ha purtroppo confermato ciò che i primi sospetti avevano già portato alla luce; la giovane donna polacca è stata violentata e soffocata dal suo assassino prima che venisse abbandonata senza vita la scorsa domenica, in una delle rampe di accesso agli Independence Gardens di Sliema.
Secondo quanto riportato da TVM, le indagini sul corpo della vittima, terminate lunedì sera, hanno chiarito che Paulina è stata abusata sessualmente ed i segni sul collo testimoniano lo strangolamento subito dal suo aggressore.
Abner Aquilina, il 20enne di Zejtun fermato poco dopo l’accaduto fuori da una chiesa di Balluta ed indicato come principale sospettato dell’omicidio non è stato ancora formalmente incriminato, poiché il suo interrogatorio è stato interrotto su consiglio dei medici che l’hanno ricoverato presso l’ospedale psichiatrico Mount Carmel, dopo che l’accusato ha mostrato segni di squilibrio psichico. A quanto si apprende dai media locali, pare che si sia professato come un “soldato di Dio che ha agito impossessato dal diavolo”.
Aquilina non è di certo un volto sconosciuto alla Polizia; nonostante la giovane età il 20enne ha già alle spalle alcuni crimini commessi negli ultimi anni ed altri reati legati al consumo di droga; ma non è tutto.
Sui social parrebbe circolare un filmato in cui l’accusato si mostra in compagnia di un membro della congregazione religiosa “River of Love” e che Aquilina definisce “fratello”.
Il discusso gruppo di movimento evangelista ha occupato le prime pagine di molti giornali qualche anno fa per le dichiarazioni scioccanti contro gli omosessuali e le “terapie di conversione”.
Nonostante la smentita da parte della congregazione sui presunti legami con Abner Aquilina, Times of Malta ha confermato che poche ore prima dell’omicidio il giovane aveva partecipato ad una delle sessioni in programma, durante la quale si erano già mostrati dei cenni di “delirio”, con “voci che parlavano nella sua testa”.
Ultimo dato – non di certo per importanza – sono le numerose donne che si sono fatte avanti dopo l’arresto di Aquilina, rendendo pubblici i diversi messaggi con richieste sessuali esplicite che il 20enne di Zejtun pare avere inviato nel corso degli anni, anche quando era solo un adolescente.
Mentre le indagini proseguono, al momento i rapporti degli inquirenti sembrano non aver trovato alcuna correlazione tra vittima e carnefice. Se così fosse, quella di Paulina potrebbe essere stata una tragica sfortuna, una sorte maledetta che l’ha portata ad essersi trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato.
L’omicidio di Paulina Dembska dello scorso 2 gennaio rientrerà tristemente nella storia, non solo per la gravità del fatto di per sé, ma anche per essere stato il primo femminicidio di quest’anno. L’ennesimo gesto di estrema e vile violenza compiuto nei confronti di una donna indifesa, che era solita frequentare il “parco dei gatti” di Sliema dove era conosciuta per essere una volontaria impegnata a sfamare i randagi della zona e dove, purtroppo, ha visto sorgere l’ultima alba della sua esistenza.
La Fondazione per i diritti delle donne (Women’s Rights Foundation) terrà una veglia sul luogo dell’omicidio della donna oggi pomeriggio, martedì 4 dicembre, alle ore 18:00. I partecipanti sono pregati di portare con sé una candela.